venerdì 2 febbraio 2018
Intorno alla morte
La morte, intesa come momento in cui la vita finisce, non mi spaventa.
Mi seccherebbe parecchio se arrivasse prima della vecchiaia, ma è un'ipotesi che mi crea fastidio, non paura. In fondo, tutti dobbiamo morire, prima o poi: tanto vale farsene una ragione.
Non credo nell'aldilà, nella sopravvivenza dell'anima o nella reincarnazione. Immagino che morire sia una specie di blackout definitivo: a un certo punto la mente si spegne e finisce tutto. Niente più pensieri o sensazioni, niente dolore, rimpianto o nostalgia. In un istante, si smette di esistere e basta; non mi pare qualcosa di cui avere paura.
Ma pensare alla morte solo come al momento in cui la scintilla della vita si spegne è riduttivo: la morte ha un prima e un dopo, ha un protagonista e tante comparse.
Il vero dramma non è nella morte, ma tutto intorno.
Nella sofferenza del corpo, che può diventare un buco nero di tormento in cui ogni altra cosa si annulla.
Nel rimpianto per ciò che non è stato e nel rammarico per ciò che non potrà essere.
Nel dolore lacerante della separazione.
Un amico pochi giorni fa ha perso la compagna della sua vita e della sua anima. Non ho nemmeno il coraggio di immaginare la sua sofferenza, la fatica di affrontare un giorno dopo l'altro senza un pezzo di cuore.
Mi angoscia pensare a quanto sia stato doloroso per Anna sapere che non avrebbe visto crescere le sue figlie, quanto sia difficile per Angelo andare avanti senza di lei.
Non ho paura della morte. Ho paura di quello che c'è intorno.
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riflessioni (quasi) serie
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un bacio
RispondiEliminaCome in passato, non riesco a rimanere in silenzio davanti alla tua lucidita'...e ancor,a non potevi dirlo meglio. Io sono cattolica praticante, anche se a volte mi viene il dubbio che sia solo una grande favola inventata dall'uomo per tenere a bada le sue paure...comunque, in ogni caso, indipendentemente da cosa cisara' dopo, il vero terrore e' prorpio per cio' che sta a contorno. Pensando ad Anna, o a tutte le mamme giovani che sapevano di stare morendo...come si fa a sopportare il dolore del distacco, il sapere che non sarai li' quando avranno bisogno di te? E non vale solo per i figli.....ma su questo non c'e risposta se non cercare di vivere ogni giorno donando piu' amore possibile e cercando di non perdere tempo nelle stupidate...
RispondiEliminaUna ragazza che conosco tramite forum di mamme e social purtroppo ha un cancro metastatico, non sta bene e non credo che potrà restare con i suoi bambini ancora a lungo. È più giovane di me, e il più grande dei suoi figli fa ancora le elementari....
RispondiEliminaio mi chiedo con che enorme peso sul cuore vivano queste persone, con la consapevolezza di lasciare i propri cari, che si amano e hanno bisogno di noi.
Ho amato un uomo che e' andato via a soli 33 anni. E' dopo 25 anni ancora c' e'. Ma tutto questo aiuta ad assaporare il presente. Conosco Angelo ma non ho mai conosciuto Anna. La notizia della sua morte e' arrivata in un momento in cui ero completamente piegata alla vita al passato. A quel dolore devo il mio presente. Ad Anna dedico il sorriso e la forza di oggi. Lucia
RispondiEliminaGrazie Lucia.
EliminaAnna è stata ed è ancora un punto di riferimento per noi.