Quando arrivo in sala d'attesa, davanti alla porta numero 12 ci sono già quattordici persone, quasi tutti a coppie, solo un paio da soli. Ci sarà da aspettare parecchio.
Oggi sono sola anch'io, non perché non abbia trovato chi mi accompagnasse, ma perché devo fermarmi qui tutto il giorno, per partecipare a un seminario nel tardo pomeriggio, e non volevo costringere nessun altro a questo tour de force. E poi devo solo fare la visita con il mio oncologo, per valutare i risultati della risonanza e programmare l'intervento, non è indispensabile un accompagnatore.
Sulle poltroncine tutti fermi, e silenziosi, con facce serie serie. Non fanno niente. Non leggono, non parlano, non si guardano neanche tra loro, nemmeno quelli che sono in coppia.
Oggi sono sola anch'io, non perché non abbia trovato chi mi accompagnasse, ma perché devo fermarmi qui tutto il giorno, per partecipare a un seminario nel tardo pomeriggio, e non volevo costringere nessun altro a questo tour de force. E poi devo solo fare la visita con il mio oncologo, per valutare i risultati della risonanza e programmare l'intervento, non è indispensabile un accompagnatore.
Sulle poltroncine tutti fermi, e silenziosi, con facce serie serie. Non fanno niente. Non leggono, non parlano, non si guardano neanche tra loro, nemmeno quelli che sono in coppia.
Solo una traffica con il cellulare. Sembra vestita per una serata in discoteca,
con zeppe alte come trampoli, calze nere ricamate, trucco pesante. È arrivata
con un'altra, ma non capisco se sono insieme. L'altra ha vestiti comodi e
faccia acqua e sapone e non si sono nemmeno sedute vicine.
Ho la tentazione di cacciare un urlo, raccontare una barzelletta, fare qualcosa per
rompere quel torpore. Ma non funzionerebbe. Hanno staccato la mente, per
non pensare a cosa li aspetta oltre la porta numero 12.
Entra un uomo con una fasciatura al braccio, che probabilmente copre un accesso venoso, e porta una scia di puzza di fumo, peggio di una capra. Che fumare è già stupido di per sé, ma fumare con il cancro è autolesionismo puro.
Entra un uomo con una fasciatura al braccio, che probabilmente copre un accesso venoso, e porta una scia di puzza di fumo, peggio di una capra. Che fumare è già stupido di per sé, ma fumare con il cancro è autolesionismo puro.
La porta numero 12 si apre ed esce una coppia di anziani. Prima di entrare erano seri e tesi come tutti gli altri, ma evidentemente hanno ricevuto buone notizie perché sorridono e hanno gli occhi che brillano.
Gli altri, ancora zitti e fermi.
Fino all'arrivo delle suore. Due, una decisamente anziana, l'altra comunque non
giovane. Che salutano sorridendo. Che chiacchierano serene tra di loro. Che raccolgono la penna che è
caduta al signore in sedia a rotelle. Che portano una ventata di serenità che
fa bene a tutti, perché l'atmosfera si rilassa e anche gli altri iniziano a scambiare qualche parola.
Io invece leggo. Leggo la storia di un giovane uomo che ha il mio stesso
cognome e che muore di cancro.
È scritta straordinariamente bene, così bene che quasi arrivo a perdonare all'autore l'errore nell'uso di percento al posto di per cento. Anche se ormai non posso più perdonarlo né condannarlo, dato che è morto di cancro.
Non è la mia
storia, non ci assomiglia nemmeno, ma qua è là ci sono elementi che riconosco,
oggi più di ieri, perché sul referto della risonanza c'è una frase che è un
campanello di allarme.
Alterazione del segnale anche sull'osso. Che non è bello, per niente, e apre un
orizzonte inquietante. O meglio, chiude l'orizzonte e lo colora di buio.
La metto subito sulla scrivania del medico, quella frase, quando finalmente arriva il mio turno di entrare dalla porta numero 12. Gli faccio immediatamente presente che non mi piace.
Lui legge attentamente tutto il referto, guarda le immagini al computer e poi mi rassicura: quell'alterazione probabilmente è una sofferenza midollare dovuta alla radioterapia. Speriamo che sia vero, perché altrimenti è un casino. Grosso.
Mi conferma che l'intervento è fissato per il 12. Quasi non ci speravo più, dato che mancano pochi giorni e c'è ancora da fare il pre-ricovero. Dice che per quello mi daranno appuntamento venerdì o lunedì. Per l'operazione invece entrerò in ospedale il giorno stesso, non serve la preparazione che ho fatto le altre volte per la chirurgia addominale.
Mi rispiega i possibili effetti collaterali dell'intervento e della radioterapia intraoperatoria.
Linfedema: praticamente certo perché saranno di nuovo recisi i canali linfatici dell'inguine. Forse con il tempo si creeranno nuovi canali, ma intanto vincerò un abbonamento alla zampazampogna, da gestire con fisioterapia e linfodrenaggi.
Difficoltà di cicatrizzazione: probabili a causa della radioterapia intraoperatoria e della posizione critica dell'incisione, proprio sulla piega dell'inguine.
Neuropatia: non probabile con la dose di radiazioni prevista, ma possibile.
Il resto dipenderà da quanto/cosa si dovrà spolpare.
Rimane l'incognita del nodulo nel gluteo, su cui la risonanza senza il mezzo di contrasto non ha dato informazioni. Nel pre-ricovero sarà aggiunta un'ecografia, per valutarlo.
Ok, andiamo. Sono pronta.
Ciao mia! Sono nuova tra i commenti, ma non nuova nel seguirti. Mi hai tenuto compagnia inconsapevolmente mentre affrontavo la diagnosi di sarcoma retroperitoneale e l'intervento un mese fa.
RispondiEliminaSe ti fischieranno le orecchie il 12, e non solo, sappi che sono io che ti penso tanto e cerco di mandarti influssi positivi ;)
in bocca al lupo per l'intervento, forza mia!!
Ros
Grazie del pensiero... spero solo che non si aggiunga un ulteriore acufene, che quello che ho basta e avanza! ;o)
EliminaIl libro che stavi leggendo è molto bello, lo.lessi anni fa....per il resto....lo sai, è te l'ho detto ieri sera, il 12 negli States è festa, è il Columbus day,e anche noi faremo festa assieme a te, perché andrà tutto strabene, gli effetti d collaterali non saranno così neri e .....e poi basta dire ca****te, Cri qui non sei a casa tua :-)
RispondiEliminaOh sì che sei a casa tua: Mi casa es tu casa!
EliminaTi siamo vicini Mia...un abbraccio forte...A.
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