lunedì 10 giugno 2013

Io so perché

Casomai non ve ne siate accorti, vi comunico che piove.
Riporto una citazione molto azzeccata letta su Facebook qualche settimana fa: "Non può piovere per sempre. Però ci sta provando". E con molto impegno, aggiungerei io.


Non solo: fa pure freddino.
Un'altra citazione appropriata, sempre da Faccialibro: "L'ultima volta che ho visto un maggio come questo, era novembre".
E pensare che quando ero alle superiori, il bagno al mare il primo maggio era una consuetudine. Se mi fossi azzardata, quest'anno credo che avrei potuto incontrare pinguini e orsi polari.

Mi sono ridotta a scrivere post di banalità meteorologiche, e per giunta riciclate? Ohibò!
In realtà volevo semplicemente far notare che una primavera come quella che sta per finire (e meno male...) è decisamente insolita. Inusuale. Atipica. Strana. Anomala.
Le teorie si sprecano: ambientalisti che denunciano il riscaldamento globale (ma non avevamo detto che fa freddo?), fanatici complottisti che accusano "i governi" (quali???) di modificare il clima (perché???) attraverso le scie chimiche (sono le normali scie di condensa degli aerei, ma non diteglielo altrimenti vi piantano un pistolotto infarcito di sciocchezze pseudoscientifiche e non se ne esce più).
I meteorologi sfornano tonnellate di statistiche che confrontano le temperature e le precipitazioni degli ultimi duemila anni. Immagino che ai tempi di Giulio Cesare ci fosse Caius Edmundus Bernaccus che rilevava questi dati ad uso e consumo dei posteri, perché altrimenti non mi spiego come si possano fare confronti con epoche così lontane, nelle quali - per inciso - non esistevano i termometri.

Ma io non ho bisogno di queste cose. Io conosco la verità.
Io so perché abbiamo avuto un mese di maggio così particolare.
È accaduta una cosa inaudita, eccezionale.
L'INPS mi ha mandato il verbale della visita di revisione dell'invalidità in poco più di trenta giorni.
Non solo. Invece del solito modulo prestampato, compilato a mano con grafia più o meno illeggibile, mi sono arrivati ben due documenti scritti al computer. Il primo è un certificato completo di tutte le informazioni cliniche rilevanti (ebbene sì, hanno preso nota di tutte le magagne che ho segnalato, incluse la protrusione discale e l'ipoacusia), l'altro invece riporta solo il grado di invalidità riconosciuto e una motivazione sintetica e rispettosa della privacy, in modo da poter dimostrare la condizione di disabilità senza far sapere i fatti miei a chiunque.
Ora ditemi se dopo queste mirabolanti novità non c'era da temere qualche evento insolito.
Io penso che sia una fortuna se ce la caviamo solo con un paio di mesi di pioggia: mi aspettavo come minimo un'invasione degli alieni o uno tsunami nel fosso dietro casa.

Se il ricevimento del certificato è stato una sorpresa, il suo contenuto è più o meno quello che mi aspettavo: mi hanno ridotto la percentuale di invalidità dal 75% al 50%. Mi sembra una valutazione equa rispetto alle limitazioni fisiche che mi sono rimaste.
L'altra novità è che non è più prevista la revisione. Significa che questa percentuale me la tengo per il resto della vita, a meno che non mi pigli qualche altra magagna che comporti un aggravamento. Ma anche no, eh? Ho già dato...
Ho perso l'unico beneficio economico che avevo: l'esenzione dal ticket per le prestazioni non collegate alla patologia oncologica. Però rientro ancora nelle categorie per le quali sono previste quote di assunzione obbligatoria per le aziende, cosa che potrebbe facilitarmi nel caso in cui mi venisse il ghiribizzo - o la necessità - di tornare a lavorare come dipendente.
Direi che va bene così.

Mi ha colpita invece la motivazione riportata sul certificato sintetico: "intervento chirurgico mutilante".
Non l'avevo mai considerato in questi termini, non avevo associato il termine "mutilazione" alla mia situazione. Eppure è vero: dall'esterno non si vede, ma mi hanno tolto qualche pezzo e di quelli che sono rimasti, qualcuno non funziona più tanto bene.
L'asportazione delle ovaie per me significava maternità negata, un concetto più psicologico che materiale e non ho considerato il linfocele o ai danni ai nervi tanto come lesioni fisiche, quanto come elementi che limitano la mia mobilità.
In sostanza, non mi ero mai soffermata a valutare i danni sul corpo, ma solo i loro effetti su ciò per cui quel corpo mi serve. Ennesima conferma del fatto che per me il corpo è principalmente il contenitore della mente, lo strumento attraverso cui l'intelletto agisce e si manifesta.

4 commenti:

  1. masai che non mi ero mai posta il problema dei pezzi mancanti? E dire che visivamente si vede che mi manca un pezzo...va acapire la mente umana...e comunque il mio "contenitore" mi piace anche così

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    1. Credo sia il nostro senso delle priorità: di quello che manca, tutto sommato, possiamo fare a meno.

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  2. Non sei più da revisionare?!?!?!?!!!!!! Credimi, non è per indelicatezza, ma qui ho fatto la prima risata, quanta autoironia in questo post e va bene così. Intervento chirurgico mutilante, ammazzate che vocabolario forbito, certo che chi l'ha "inventata" psicologicamente era ben fornito.
    4p

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    1. La mia speranza è sempre che chi legge si faccia un sacco di grasse risate!

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