mercoledì 16 febbraio 2011

Questasanità e l'altrasanità

Questasanità ha mandato una lettera alla mamma, con la richiesta di pagamento del ticket per una prestazione usufruita il 17 dicembre nel reparto di oncologia a Portogruaro.
Mi ricordo benissimo quel giorno, non ho nemmeno avuto bisogno di consultare l'agenda, ma ho controllato per scrupolo nel raccoglitore dove ci sono ancora tutti i suoi referti di visite ed esami: era venerdì, l'ultima volta che siamo state al day hospital oncologico. Le avevano fatto l'infusione di albumina e un prelievo di sangue e l'oncologa aveva stabilito di aumentare le dosi dei farmaci che servivano a contrastare il gonfiore addominale.
Stamattina sono andata allo sportello ticket dell'ospedale a chiedere spiegazioni: l'impiegata, tutta sussiegosa, mi ha detto che a questasanità risultava un'impegnativa per una visita e un'iniezione, senza esenzione. Ho risposto che quell'impegnativa non sapevo da dove venisse, non l'avevamo portata noi, al day-hospital dopo la prima visita ci avevano detto che non serviva più nessuna impegnativa perché l'avevano presa in carico come paziente del reparto, facevano tutto loro. In più, la mamma aveva l'esenzione dal ticket per le prestazioni oncologiche. Niente da fare: a questasanità risultava un'impegnativa senza esenzione.
Ma forse c'era una soluzione.
"La signora non supera il limite di reddito per l'esenzione, vero?"
"No, la signora non supera niente. La signora è morta."
Due secondi di silenzio con temperatura prossima allo zero assoluto.
"Basta che mi faccia una firma qui e siamo a posto."


L'altrasanità è quella di là da l'aghe, quella oltre il confine della regione. Che non vuol mica dire andare lontano, saranno venti chilometri, con l'autostrada è un attimo, a volte ci metto di più ad arrivare all'ospedale che è dalla parte opposta del paese rispetto a casa mia.
Pare che l'altrasanità abbia un ottimo servizio di epatologia ed è lì che mi ha indirizzato la mia dottoressa, perché è vero che dalla TAC non sono risultati segni di recidiva né di metastasi, ma quella steatosi epatica, che era stata rilevata qualche volta in passato e classificata come lieve o moderata, adesso è diventata "avanzata degenerazione steatosica". E allora andiamo dall'epatologo.
Ho chiamato il CUP regionale (sì, l'altrasanità ha il CUP regionale!), ho selezionato la provincia che mi interessava e immediatamente mi ha risposto un'operatrice gentilissima.
L'altrasanità aveva già i miei dati in archivio, mi hanno chiesto solo la data di nascita per assicurarsi che fossi proprio io e verificato che il numero di telefono che avevo lasciato come riferimento fosse corretto.
"Avrei bisogno di una visita epatologica"
"Allora all'ospedale di XXX, vero?"
"Sì, esatto."
"Prima visita o controllo?"
"Prima visita."
"Mi può leggere la prescrizione completa del medico, per favore?"
"Visita epatologica. Steatosi epatica in esiti di liposarcoma retroperitoneale operato, con chemio"
"Grazie. Adesso avrei bisogno del numero della ricetta, quello in alto a destra che comincia con una specie di S"
"S 0 5 0 1 0..."
"Subito sopra al timbro del medico, verso destra, ci sono quattro caselle..."
"Sì, ho capito. È barrata la casella D"
"Oh, allora è una prestazione con priorità, da fare entro 30 giorni. Mi dispiace, ma il CUP non può accettare prenotazioni con priorità da fuori regione. Dovrebbe andare direttamente all'ospedale..."
"Accidenti! Ma... aspetti un attimo: mi potrebbe dire quali sono i tempi standard, senza considerare la priorità?"
"Sì, ora guardo: magari riesco comunque a darle la prenotazione in tempo, anche senza farla andare fino in ospedale... Ecco, effettivamente ci sarebbe posto giovedì prossimo, il 24, oppure il 1° marzo. Però devo chiederle di confermarmi che rinuncia alla priorità in modo che rimanga archiviato nella registrazione della telefonata."
"Rinuncio, rinuncio! Che meraviglia, il 24 pomeriggio ho un impegno di lavoro lì vicino, così faccio un solo viaggio. "
"Bene, sono contenta che siamo riuscite a combinare al meglio. Allora giovedì 24 alle 10,30."
Questa è l'altrasanità.

11 commenti:

  1. Questa è la sanità che ci piace....che ci fa sentire tranquille e protette

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  2. ....Richiedentodi qul danaro con freddezza e disinteresse per il tuo dolore,ti hanno riaperto la ferita fresca nel cuore, colmo di amore per la tua mammina, che rimarra' SEMPRE viva nei tuoi ricordi! Per fortuna che c'e' un'altro tipo di sanita', come tu ci racconti e fa piacere. Ciao da ARCOBALENO

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  3. devo dire che qui nel lazio spesso incontriamo tanti esempi dell'uno e dell'altro tipo. in generale direi che siamo fortunati, ma ultimamente vedo che i servizi sono veramentr troppo stressati. lo vedo nel mio stesso dh dove in 3 anni di continuativa assistenza sono sempre stati scrupolosissimi, ma adesso perdono colpi...

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  4. No wide, non è questione di perder colpi penso, ma di diverso modo di organizzare il lavoro. Il friulano sarà anche rozzo e testone, ma le cose le sa far bene e pretende che siano fatte bene. Come i muri di una casa. Certo, con qualche eccezione...
    Mia, pensa seriamente di trasferirti di cà da l'aghe. Bastano pochi chilometri :)))
    Sara

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  5. @Wide: hai ragione, in quei giorni nel reparto c'era solo una dottoressa, il suo collega era ammalato, probabilmente il casino è nato da lì.

    @Sara: tu sfondi una porta aperta e in effetti i km sono davvero pochi, mi pare 8. Solo che dovrei vincere al Superenalotto per affrontare l'idea di mettere su casa di nuovo.

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  6. Per la mia esperienza, nel Lazio la situazione è praticamente tragica. Da noi in provincia le strutture mancano praticamente del tutto, le poche esistenti sono assolutamente inadeguate, e per ogni problema dobbiamo spostarci nella capitale.
    Figurarsi che un malato oncologico per la chemio deve spostarsi nel capoluogo di provincia a circa 75 Km.di distanza.-

    Lina

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  7. Quoto Lina, nel Lazio ci sono tante situazioni disastrose, una volta al CUP mi hanno proposto di andare a Gaeta per un'ecografia...(oltre 100 km...)

    Vabbé...comunque, meno male che da te esiste l'altrasanità, che come per magia è riuscita perfino a procurarti l'appuntamento nel giorno ideale per te.
    Mi dispiace invece per l'episodio del ticket per tua madre...
    Comunque, un grosso in bocca al lupo anche per questo esame...

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  8. mi rendo conto di essere davvero fortunata: abito al confine tra Emilia e Lombardia, e abbiamo un reparto di oncologia ogni 15 km! Ho potuto permettermi di scegliere chi mi ha curato e dopo i primi 37 euro per l'ecografia di routine che ha rivelato il problema non ho più dovuto spendere nulla.

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  9. Io non ho dovuto pagare nemmeno quelli, dato che il medico quella volta mi ha messo la priorità alta sull'impegnativa...

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  10. Mi sento molto fortunata per non aver mai dovuto varcare i confini di Roma per esami e cure - salvo per una Pet a Pisa - e per aver trovato sempre l'altrasanità, quella buona. Forse, almeno in questo, sono stata fortunata. Un bacio

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  11. Io mi sono curata in Abruzzo, a Pescara. Ed ho trovato solo l'altrasanità. Certo, sicuramente in giro c'è molta "questasanità" ma per fortuna ci sono anche tanti casi di sanità efficiente ed umana.
    ciao
    Vale

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