Viaggio scomodo, tanti scossoni, ma tranquillo.
Sistemazione in camera doppia, piccola rispetto a quelle di Portogruaro, con spazi molto più ridotti intorno al letto. 
Niente vista mare. O meglio: Renato ha detto che guardando verso sinistra dall'angolo della finestra, si intravede, ma dal mio letto la vista comprende solo alcuni grossi pini marittimi e altri alberi sullo sfondo. Che comunque non è male. 
La stanza sarebbe luminosa se il personale non manifestasse una vampiresca resistenza a sollevare completamente le tapparelle. Stamattina la coinquilina aveva chiesto di alzarle: le hanno sollevate di circa un terzo e al mio successivo sollecito siamo faticosamente arrivati a tre quarti.
Il letto ha i comandi elettrici, per fortuna. Peccato per il telecomando sul lato destro, che rende più complicato l'accesso al comodino, ma con qualche contorsione arrivo a prendere tutto quello che mi serve. 
Ho vinto il braccialetto identificativo bianco, che è meno bello di quello color ciclamino, ma mi identifica come paziente lucida e presente, condizione non troppo frequente in questo reparto di lunga degenza, popolato per lo più da persone molto anziane. 
La coinquilina a occhio mi sembra sui novant'anni. Una signora distinta e gentile, la cui proprietà di linguaggio suggerisce un'estrazione sociale elevata. 
Mi ricorda un po' la professoressa McGranitt nella straordinaria interpretazione di Maggie Smith. 
Ma soprattutto NON RUSSA!!! La prima notte è stata assolutamente silenziosa da parte sua, anche se mi sono svegliata più volte perché le infermiere vengono spesso a controllare se ha bisogno di essere cambiata.
Purtroppo la cucina è la stessa dell'ospedale di Portogruaro, ben poco gratificante per il palato.
Ieri sera la mia cena non era arrivata, ma il personale di reparto è riuscito a mettere insieme un pasto anche per me: Pastone di stelline al pomodoro (uh!), carote lesse (bleah!) e stracchino (l'unica cosa che ho mangiato). 
Oggi, riso quasi crudo, immangiabile, carne arrosto a cui ho dovuto togliere un sacco di grasso, fagiolini sconditi e mela aspra. 
Per chi avesse tempo e voglia di venire a trovarmi, sono nel reparto URT dell'ospedale di Jesolo, letto 11 e gli orari di visita sono molto ampi. 
Non portatemi niente. 
Non mangio dolci né cioccolatini, leggo solo e-book e non c'è spazio per fiori o piante.
L'unica cosa che potrei gradire è una pizzetta, un tramezzino o un mini panino col salame all'ora di merenda.


Mi sembra che i presupposti per un soggiorno accettabile ci siano, insieme alla solita (tanta!) santa pazienza che devi aggiungere tu. E mettiamoci anche un po' di fortuna che ha sempre il suo peso.
RispondiEliminaSpero che il menù della domenica sia stato degno della festa.
Un bacio a te e Renato. Gio
Domenica lasagne, più che passabili. In generale però il cibo è mediocre.
EliminaCome stai?. Fai un po' di fisioterapia?. Compagna di cammino
RispondiEliminaSto bene, fisioterapia poca, solo mezz'ora al mattino, ma intensissima. Poi al pomeriggio faccio qualche esercizio da sola.
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