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giovedì 4 febbraio 2021

Mattina alternativa

Dopo la giornata di lavoro molto intensa di ieri ero stanchissima; nonostante questo, o forse proprio per quello, ho passato la notte in bianco e un feroce attacco di elettroformiche verso le cinque del mattino non ha aiutato.
Pazienza, ho pensato, oggi ho giornata libera, posso restare a letto e l'oppiaceo antiformiche mi aiuterà a prendere finalmente sonno. Aspetto una consegna di cibo per gatti, ma non è un problema, quel corriere passa sempre nel tardo pomeriggio, verso le 18.
Finalmente verso le otto e mezza del mattino mi addormento, con Fergus da un lato e Matilde dall'altro, acciambellata vicino al cuscino.
Alle undici e mezza suona la sveglia, devo prendere il nuovo farmaco contro la sindrome da arto fantasma. Farmaco che, per il momento, mi sta provocando non pochi fastidi, sonnolenza diurna e qualche capogiro, e nessun beneficio significativo. 
Sono organizzatissima: borraccia con l'acqua sul comodino e blister nel cassetto, al riparo da assalti felini; posso mandare giù la pillola quasi senza svegliarmi e poi mi rimetto a dormire.
Alle 11:43 suona il campanello.
Emergo a fatica dal sonno sintetico indotto dall'oppiaceo e rotolo verso il bordo opposto del letto, quello vicino alla finestra, che per fortuna affaccia sulla strada. Mi alzo appoggiandomi al termosifone, apro la finestra, un po' imbarazzata per l'aspetto trasandato che so di avere, con i capelli arruffati e il viso assonnato, e guardo giù: è il corriere.


Chiedo all'autista di lasciare il pacco davanti alla porta. Rotolo di nuovo verso il mio lato del letto, dove c'è il deambulatore, mi alzo, zompetto verso il corridoio e premo il pulsante del citofono che apre il cancelletto, poi torno a letto.
Dormicchio ancora un po', ma è un sonno leggero e discontinuo, poco rigenerante.
Verso le 14:30 mi alzo: non garantisco di essere sveglia, ma ho gli occhi aperti.
Vado in bagno con particolare prudenza, mi sento ancora stordita e temo qualche capogiro; lavo mani e viso con l'acqua fredda nel vano tentativo di recuperare lucidità. I capelli sono un cespuglio disordinato e sbilenco: decido di sistemarli alla bell'e meglio con spazzola e phon.


Oddio, ho la vista annebbiata! 
Attimo di panico. E se adesso arriva un capogiro e cado? Maledetti farmaci... 
Poi realizzo che la combinazione di viso fresco dopo il lavaggio e aria calda del phon ha semplicemente fatto appannare gli occhiali.

5 commenti:

  1. Ciao Mia!

    I tuoi racconti autoironici sono fantastici! Ma i disegni li fai tu? Sono carinissimi!

    Daniela

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    1. No, non sono così brava. Prendo i disegni sul web e li modifico (ad esempio nel secondo ho tolto una gamba e aggiunto il phon)

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  2. io ho avuto la stessa reazione in chiesa, questa estate: durante l'omelia guardavo il parroco e mi diventava tutto bianco... prima di capire che la mascherina mi appannava gli occhiali ho pensato che stavo svenendo

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    1. Grazie di cuore, mi sento molto meglio sapendo di non essere l'unica!

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  3. Ciao Mia, leggendoti non si può certo dire che ti annoi fra notte e mattina movimentata e spero che la situazioni elettroformiche e effetti collaterali farmaci migliori decisamente...
    Comunque racconti sempre molto ironicamente le tue "avventure"...
    Anch'io ti faccio i complimenti per la ricerca e le modifiche dei disegni...Mila

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