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lunedì 28 settembre 2020

Vantaggi

So che stenterete a crederlo, ma avere una gamba sola offre alcuni vantaggi.

Ho più spazio sul letto per i gatti.


Ci metto metà tempo a fare il pedicure e l'epilazione; sospetto che avrei anche uno sconto per farli dall'estetista, ma me la cavo ancora bene da sola.


Non ho più il problema dei calzini spaiati (su, vittime della lavatrice vorace: confessate la vostra invidia!)


Ci metto meno tempo a fare la doccia, asciugarmi e spalmare la crema. 


Mi basta un solo ripiano dello scaffale per tutte le scarpe della stagione.


Ho raggiunto senza troppa fatica il peso raccomandato dal dietologo, anche qualcosa in meno.
Ehm... effettivamente la raccomandazione del dietologo era antecedente all'amputazione, quindi il peso comprendeva anche la gamba, ma via, sono dettagli!



mercoledì 23 settembre 2020

Ce n'è ancora

L'attesa è stata lunga, ma finalmente oggi pomeriggio è arrivato il referto TAC e non poteva essere migliore: situazione invariata rispetto al precedente esame.

C'è ancora strada, c'e ancora tempo, c'è ancora futuro, c'è ancora vita.



giovedì 17 settembre 2020

Scelgo di sperare

Stamattina ho fatto la TAC e attendo il referto, con un filo di ansia, ma soprattutto con tanta speranza. 
Ho scelto di sperare perché amo la vita, amo la mia vita.

Questa vita che mi sono costruita con fatica, superando tante difficoltà. Questa vita che mi ha regalato poco e in cui mi sono dovuta conquistare tanto. Questa vita per cui ho dovuto lottare con le unghie e con i denti. Questa vita che mi ha preso tanto e da cui ho preso tanto. Questa vita in cui ho sempre gioito di ogni conquista e accettato le sconfitte come lezioni per imparare a rialzarmi e tentare di nuovo. Questa vita che, finalmente, è serena e piena di cose buone, perché ho lavorato tanto perché diventasse così. 

Spero di tenermela ancora a lungo, questa vita. Spero di passare ancora tanti anni con Renato e i nostri gatti. Spero di fare ancora tanti progetti per il futuro. Spero di avere un futuro.


martedì 8 settembre 2020

Zampiversario

Ne ho già parlato altre volte, sono pressoché insensibile alle ricorrenze. Magari qualche giorno prima capita che ci penso, ma poi la data fatidica, a meno di non inciamparci sopra per qualche motivo, passa in cavalleria, tutt'al più me ne ricordo qualche giorno dopo, forse.
Vorremo mica interrompere questa gloriosa tradizione di dimenticanze? Non sia mai!
Ecco perché giovedì scorso non ho festeggiato il mio primo anno monozampa. 


Sono anche sicura di aver guardato il calendario quel giorno, perché avevo un impegno, ma non ci ho proprio fatto caso, non ho assolutamente realizzato che il tre settembre fosse una data da ricordare. Pazienza.
Un anno però merita almeno un bilancio veloce.

1. Sono viva (e scusate se è poco).


2. L'amputazione porta con sé una serie di limitazioni, difficoltà e problemi più o meno sopportabili a seconda delle condizioni meteorologiche, del mio livello di affaticamento, dell'umore, della qualità del sonno, della farfalla che batte le ali dall'altra parte del mondo, della congiunzione astrale, del quarto numero estratto sulla ruota del Lotto di Forlimpopoli e probabilmente di qualche altra decina di fattori che non ho ancora identificato, perché davvero non mi spiego come mai giornate apparentemente simili possano essere eccellenti oppure pessime senza motivi identificabili.


3. Le giornate torride mi hanno fatto penare non poco, ma con le temperature miti di fine estate mi sento molto bene; per sapere se sto effettivamente bene bisogna aspettare ancora un paio di settimane e vedere come andrà la TAC.


4. Ho conquistato un buon grado di autonomia, che subirà un drastico incremento quando arriverà la macchina e potrò uscire anche da sola.


5. Dovrei fare più movimento e perdere qualche chilo, ma non ho la sindrome di Wonder Woman e non aspiro a compiere imprese straordinarie: correre una maratona, andare sulla Luna o attraversare l'oceano in barca a vela non mi interessava prima e non mi interessa ora; soprattutto, non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno. Ah, e non sono nemmeno gnocca come Wonder Woman.


6. Per il momento non ho intenzione di intraprendere la strada della protesi: è un aggeggio pesante e poco confortevole, in particolare la presa di bacino, una sorta di guscio rigido che dubito di poter tollerare a lungo e per imparare a utilizzarla servirebbe almeno un nuovo ricovero, forse due e tanta fisioterapia; prima di investire tanto tempo, risorse e denaro (pubblici e miei), devo essere ragionevolmente convinta che possa diventare uno strumento quotidiano, altrimenti sarebbe solo uno spreco. 


È stato un anno sicuramente impegnativo, ma non ho il minimo dubbio: ne è valsa la pena e spero di avere l'occasione di dimenticare ancora tanti zampiversari!



venerdì 4 settembre 2020

La porta del garage

La porta del garage è un ostacolo per me.


È una porta tagliafuoco con soglia rialzata e chiusura automatica a molla, due caratteristiche che la rendono difficile da varcare con la sedia a rotelle. La sua sostituzione fa parte del programma di opere edili per l'abbattimento delle barriere architettoniche che spero di poter avviare presto e che comprende la ristrutturazione del bagno al piano terra, per renderlo a misura di sedia a rotelle, e la sostituzione di alcuni gradini con rampe. Per il momento però, mi devo arrangiare.

Stasera sono in casa da sola, Renato è fuori a cena.


Dopo aver consumato con molta soddisfazione una cena a base di bruschette, una classica con pomodoro fresco dell'orto degli zii e una creativa con speck e melanzane, ho finito di riempire la lavastoviglie e l'ho programmata per avviarsi durante la notte. La confezione di detersivo era vuota, poco male: so per certo che ce n'è una nuova perché l'ho comprata la settimana scorsa. Solo che si trova in garage, dove teniamo tutte le scorte di detersivi e prodotti per le pulizie.
Parcheggio la carrozzina e mi armo di deambulatore: con quello - e un po' di attenzione - posso superare la soglia della porta del garage. 
Aki è a spasso chissà dove, Fergus e i piccoli sono nel giardino posteriore: bene, così non cercheranno di intrufolarsi in garage. 
Socchiudo la porta, supero la soglia con le gambe anteriori del deambulatore posizionandole in modo da mantenerla aperta, faccio mezzo saltello in avanti, porto oltre la soglia anche il resto del deambulatore e con un altro saltello sono in garage. Con Matilde, che nel frattempo è rientrata e appena ha visto la porta aperta, si è fiondata dentro senza che io potessi fare nulla per fermarla. Accidenti, sarà un problema farla uscire!
Recupero il detersivo per lavastoviglie e lo metto nella borsa di cotone che porto sempre appesa al deambulatore proprio per poter trasportare qualche oggetto. Matilde scorrazza incuriosita per il garage, che conosce ben poco. Di solito solo Aki ha il permesso di andare in garage, e ci resta felicemente per ore, lontano dalla banda dei giovani.
Torno verso la porta, la apro... e mi ritrovo davanti un assembramento felino: Fergus, Edison, Ettore e Penelope sono rientrati e si precipitano nel garage, del tutto indifferenti ai miei richiami e alle minacce delle più terribili punizioni.
Li guardo, impotente. Anche se riuscissi a prenderli, non sarei in grado di portarli fuori dalla stanza. Potrei provarci con uno, ma con cinque non ce la posso fare; sarebbe già complicato con due gambe, con una è semplicemente impossibile.
Li guardo, mi guardano, poi si mettono a giocare tra loro. Ma fate un po' quel cxxxo che vi pare, io vado a prepararmi il tè.
Tra l'avvilito e il rassegnato, spengo la luce e chiudo la porta. Che restino là, tornerò più tardi a vedere se vogliono uscire.