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mercoledì 27 febbraio 2019

Cronache dal sarcofago - A spasso per la suite

L'attività di fisioterapia continua. Martedì mi hanno fatto alzare altre due volte, ancora tantissima fatica per rimanere in piedi sì e no due minuti.

(notare l'espressione stravolta: stavo raccogliendo tutta la concentrazione e le energie per non svenire)

Passaggi comunque utili per capire come gestire questo tipo di mobilizzazione. La prima cosa che ho imparato è che devo appoggiarmi sulla gamba operata; se cerco di proteggerla, come mi verrebbe istintivo, ottengo solo più fatica e più dolore e non raggiungo l'obiettivo di questi esercizi. E non serve che cerchi di aiutare i fisioterapisti a girarmi o sollevarmi, è meglio se li lascio fare rimanendo rilassata.

Oggi, prima di cominciare, mi sono fissata bene in mente questi principi ed è filato tutto più liscio. I fisioterapisti sono riusciti a girarmi sul letto, inclinarmi e aiutarmi a sollevarmi molto più facilmente dei giorni scorsi, ho appoggiato subito il peso su entrambe le gambe e sono riuscita a rimanere in piedi per più tempo e con meno fatica. Che non significa comodamente o facilmente: è comunque durissima per il mio corpo, indebolito da tutto quello che ha passato e appesantito dal sarcofago.
Visto che le cose andavano meglio, abbiamo fatto il passo successivo, letteralmente: camminare.
Mi pareva impossibile spostare la gamba destra con il peso del gesso... E infatti lo è, almeno per ora, ma i fisioterapisti mi hanno rassicurata: mi avrebbero aiutato loro.


Con le mani ben poggiate sul deambulatore, due persone a sostenermi e una terza ad accompagnare i movimenti delle gambe, ho strisciato faticosamente avanti di qualche centimetro prima un piede e poi l'altro, due volte, prima di chiedere lo stop perché di colpo la bocca mi si era completamente seccata e temevo fosse un preavviso di svenimento.
Pochi, piccoli passi, ottenuti con tanta fatica e dolore, ma sono grandi traguardi.

Il resto del tempo trascorre tra alti e bassi: la vita dentro al sarcofago può essere sopportabile, ma non è mai comoda o facile e quelli che in altri contesti potrebbero essere piccoli fastidi, qui diventano grandi disagi.
Fortunatamente c'è la zia Carla che mi assiste in tanti gesti quotidiani che da sola mi sarebbero impossibili e mi regala infinite attenzioni che rendono un po' più lieve questo soggiorno obbligato.

A proposito: visite sempre gradite, meglio nel pomeriggio perché gli orari delle attività mattutine sono molto elastici e spesso sforano nell'orario di visita.
Telefonate sì, ma poche e brevi, per favore, meglio se dopo le 15:30.

4 commenti:

  1. Brava mia!! Una cosa positiva nella grande fatica che ti costa restare in piedi qualche minuto e’forse nel fatto che almeno sarà quasi una gioia tornare immobile e orizzontale nel sarcofago a goderti il meritato riposo !!!

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  2. Fai fatica ora Mia, ma quando ti toglieranno il sarcofago sarà tutto molto molto più facile!
    UN BACIO GRANDE E UN ENORME ABBRACCIO

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  3. Più che stravolta, sembri assorta... tipo regina con stuolo di cortigiani attorno XD
    Ogni giorno riuscirai a reggere un minuto di più, poi dopo la rimozione del sarcofago immagino che dovrai ripartire da zero con quello spaghetto scotto che ti sentirai al posto della gamba (perlomeno io l'ho sentita così quando hanno tolto la fasciatura post - menisco + crociato). Fatica a palate, ma spero che continuerai a sorridere!
    P.S. Gandalf è tornato?

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