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domenica 20 dicembre 2015

2 al prezzo di 1

Venerdì sono passata a ritirare l'esito della biopsia: è stato confortante vedere nero su bianco che il tessuto prelevato era semplicemente di tipo fibroso e adiposo, confermando che si tratta un lipoma.
Poi ho incontrato l'oncologo e il chirurgo, che inizialmente ha minimizzato la situazione, dicendo che un lipoma non crea problemi. Gli ho fatto notare che oltre al lipoma c'è anche il linfocele e lui ha risposto che nemmeno un linfocele crea problemi. Già, ho insistito, però la somma dei due qualche problema me lo sta creando.
Ha continuato a mostrare scetticismo... almeno fino a quando l'oncologo ha iniziato a far scorrere sul monitor le immagini della TAC. Quando il chirurgo ha visto la dimensione e la posizione del linfocele, ha cambiato espressione e ha chiesto di esaminare direttamente la mia pancia per valutarne al tatto l'estensione.
Occhiata generale, pressione sul lato sinistro dell'addome. Tutto bene. Pressione sul lato destro. Ahi! Altra pressione. Ahi! Altra pressione. Ahi! Altra pressione. Ahi!
A quel punto il chirurgo aveva abbastanza chiaro il volume in questione e non ha più avuto esitazioni: togliamo. Sia il lipoma che il linfocele.


Ma come per ogni offerta speciale, bisogna fare attenzione alle fregature.
L'asportazione del lipoma non dovrebbe essere un problema. Il linfocele invece potrebbe esserlo, perché per fare un buon lavoro, bisogna rimuovere completamente la capsula che lo riveste. Il rischio è che si siano formate aderenze con i tessuti circostanti, cosa che complicherebbe parecchio l'intervento e il successivo recupero.
In base alle immagini della TAC, il chirurgo ha individuato in particolare due possibili complicazioni. In caso di aderenze con l'intestino, sarebbe necessario tagliarne un pezzo, operazione delicata ma fattibile e con conseguenze a lungo termine abbastanza modeste. Se invece le aderenze coinvolgessero l'uretere, la rimozione completa della capsula sarebbe molto più difficile e comporterebbe un rischio elevato di danni gravi e permanenti, per cui sarebbe più prudente evitare di togliere quella parte, accettando il rischio che il linfocele si riformi.

A seconda della situazione che si presenterà aprendo l'addome, la complessità dell'intervento potrebbe quindi variare di molto: il chirurgo, per darmi un'idea, ha detto che se si pone il caso migliore (niente aderenze) a livello 10, l'eventuale resezione intestinale lo porterebbe 60.
L'operazione deve quindi essere programmata in modo da avere a disposizione tutto il tempo che potrebbe essere necessario: non è possibile inserirla nel calendario già affollato dei pochi giorni lavorativi del periodo natalizio, ma andremo alla metà di gennaio. Nel frattempo, il chirurgo rivaluterà la TAC con il radiologo, per cercare di identificare tutte le possibili criticità.
Vuoi vedere che questa volta vinco la "settimana bianca" in ospedale proprio per il mio compleanno?

2 commenti:

  1. Madre Santa, ma tu una roba facile mai eh! Solo le discese ardite e le risalite. Avanti, sempre avanti!

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    Risposte
    1. "Non avere mai paura della difficoltà che incontri. Ricorda che l’aquilone si alza con il vento contrario, mai con quello a favore."
      (Anonimo)

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