Pagine

sabato 8 settembre 2012

Tagliando

Settembre è mese di tagliandi e revisioni, per la mia macchina e per me.
Per l'auto devo ancora prendere appuntamento in officina, ma non sono così ansiosa di spendere soldi, quindi tendo a rinviare, senza nemmeno troppi sensi di colpa, dato che non faccio più tanti chilometri.


Sulle scadenze dei miei controlli sono decisamente più rigorosa e stamattina sono andata a fare i prelievi per le analisi.
L'attesa è stata più breve del solito, c'era molta meno gente rispetto alle scorse settimane e ne ho dedotto che più di qualcuno avesse approfittato del periodo di ferie per fare un check-up.
Quando è arrivato il mio turno, mi sono presentata allo sportello dell'accettazione, dove ho trovato il primario. Non è insolito; il primario di laboratorio del nostro ospedale non è uno di quei baroni della sanità che si ritengono troppo al di sopra dei comuni mortali per rimboccarsi le maniche e lavorare: lo si trova  abitualmente allo sportello oppure ad effettuare prelievi, se qualche infermiera è assente oppure in pausa. Certi medici dovrebbero prendere esempio...



Quando ho consegnato il pacchetto di impegnative, ho scoperto che la dottoressa aveva dimenticato di inserire il codice di esenzione nell'ultima. Mannaggia.
L'ipotesi di perdere altro tempo per andare a farmi preparare una nuova impegnativa e fare un'altra volta la coda in ospedale per il prelievo era fuori discussione e per fortuna l'impegnativa senza esenzione era proprio l'ultima, con due sole analisi: meglio pagare.
Verificata l'entità delle analisi da pagare, il primario mi ha consigliato di effettuarle in regime di libera professione, al costo di poco più di nove euro, più economico rispetto al ticket del Servizio Sanitario, per il quale avrei dovuto pagare le analisi più la quota fissa di 10 euro. Ho accettato con un sospiro (vi ricordate che sono spilorcia, vero?).


Dopo i prelievi ho dovuto fare un'altra coda per pagare la prestazione e una terza per consegnare la ricevuta ad un altro sportello, in modo da poter poi ritirare i referti on-line.


Gli esiti saranno pronti a metà della prossima settimana, perché ci vogliono alcuni giorni per la coltura che dovrà verificare se il progetto di sterminio del batteriobastardo è andato a buon fine.

Stasera, mentre sorbivo il mio buon mezzo litro di tè verde, mi sono ricordata che il primario aveva detto che le due analisi dell'ultima impegnativa sarebbero state pronte in giornata, quindi sono andata sul sito dell'azienda sanitaria per scaricare il referto.


Colesterolo HDL perfetto, in piena zona "basso rischio di coronaropatia". Pat-pat sulla spalla per me.
L'INR invece è esattamente al limite inferiore dell'intervallo di normalità. Uhm...


Un giretto su Google mi ha permesso di scoprire che un valore INR basso significa che il sangue è molto denso, con un aumento del rischio di trombosi.


Il sito in cui ho trovato questa informazione, riportava anche alcune possibili cause per i valori anomali di questo parametro ed alcuni suggerimenti per normalizzarlo. In particolare, l'INR può essere influenzato dalla quantità vitamina K presente nell'organismo: se ce n'è troppo poca, il sangue diventa eccessivamente fluido, mentre si addensa quando è molto abbondante. Il suggerimento per aumentare il valore di INR era quindi di limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di vitamina K.


C'era anche una tabella con le quantità di vitamina K contenute nei principali alimenti e ho iniziato ad esaminarla per individuare quelli da evitare.
Poca roba nel riso e nella pasta (3,8). Un po' di più in carote (10), fagioli (14) e cavolfiori (33). Abbastanza presente nell'olio di oliva (50), ma non ne adopero certo a litri. Praticamente assente nei latticini, scarsa nelle carni. Quante cose curiose imparo oggi... Decisamente abbondante negli spinaci (108) e nella lattuga (160). Addirittura 540 nel prezzemolo: ma tu guarda, chi l'avrebbe mai detto? Cioè, quando ti dicono di mangiare tanta frutta e verdura perché ci sono le vitamine, mica ti viene in mente il prezzemolo, no?
Poi sono arrivata in fondo alla tabella.
Tè verde: 1428.
Ops...


10 commenti:

  1. Dici che dobbiamo smettere? anche io ne bevo tantissimo e non è ancora iniziata la stagione invernale!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non smetto di sicuro, magari diminuisco un pochino le dosi. Oppure evito di usare il prezzemolo!

      Elimina
  2. Ripiega sul già collaudatissimo gelsomino và :D
    Ps. devo scoprire se i referti posso scaricarli anch'io online, nella mia azienda sanitaria. Che la prossima settimana ti seguo a ruota con il follow-up.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi riferivo proprio al tè al gelsomino: è verde.
      Per i referti, mi sa che una volta la vostra ASSL è rimasta indietro: sul sito non è indicata la possibilità di ritiro on-line.

      Elimina
  3. ....se è di natura alimentare come sembrerebbe,proprio rinunciarvici no, visti gli altri benefici del tè, ma rivedere le dosi, quello sì. Credo che il batteriobastardo, tra la cura e.....il tè verde, sia migrato altrove....almeno questovuol essere il mio augurio! rita

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, sarà opportuno ridurre le dosi. Mannaggia, avevo appena comperato il pentolino nuovo per scaldare l'acqua, ce ne stanno giuste giuste tre tazze...

      Elimina
  4. ma si, che te frega del prezzemolo, elimina quello ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema è che il prezzemolo lo utilizzo forse un paio di volte a settimana, in dosi minime, il tè verde molto, MOLTO di più!

      Elimina
  5. Nooooooooooo il tè verde no, il prezzemolo sciò!!!
    4p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aaargh!
      Ho appena scoperto che salvia e timo (le due piante aromatiche più abbondanti nelle mie aiole) sono ancora più ricche di vitamina K del prezzemolo.

      Elimina