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venerdì 7 luglio 2023

Il mistero delle mutande scomparse

Dato che al piano di sopra non posso usare la sedia a rotelle per problemi di spazio, mi muovo con il deambulatore, quindi ho entrambe le mani occupate e non è facile trasportare oggetti. Tengo sempre un sacchetto di tela appeso al deambulatore per questo scopo, ma ho elaborato anche tecniche più creative.
Se ho bisogno di un bicchiere d'acqua sul comodino, ad esempio quando devo prendere farmaci a orari precisi nel cuore della notte, riempio a metà un bicchiere di plastica e lo trasporto tenendo il bordo tra i denti.
Ma la tecnica più utilizzata è senza dubbio il lancio, dal posto in cui l'oggetto si trova a quello in cui deve andare. Alcuni oggetti si possono lanciare ovunque, perché non si rompono: quando sostituisco la spugna da doccia con una pulita, lancio quella usata sul il lavandino, così poi (forse) mi ricordo di portarla nel cesto dei panni da lavare; quando finisce la carta igienica, lancio l'anima di cartone sul mobile del bagno da cui (prima o poi, di solito poi) mi ricordo di portarla nel bidone della carta. 
La maggior parte degli oggetti può essere lanciata sul letto, anche quelli relativamente fragili come i cellulari, che non si danneggiano atterrando sul morbido; però devo fare attenzione a lanciarli uno alla volta e in punti diversi, per non farli cadere uno sull'altro.
Le cose che lancio in assoluto più spesso, più volte ogni giorno, sono gli indumenti. Certo, potrei appoggiarli sul traverso del deambulatore, è quello che faccio quando non voglio stropicciarli, ma se posso risparmiare qualche spostamento, meglio. Non sono oggetti da lancio perfetti, perché essendo leggeri, in volo tendono ad allargarsi e planare, con il rischio di non raggiungere la destinazione, quindi bisogna appallottolarli e lanciare con una certa energia.
Prima di andare in doccia, prendo la biancheria pulita dal settimanale e la lancio sul letto.
Quando mi spoglio, operazione che devo necessariamente eseguire seduta sul letto, lancio i vestiti usati sul comò. 


Ieri sera ero sicurissima di aver lanciato le mutande pulite sul letto, ricordavo perfettamente di averne preso un paio dal cassetto valutando che sarebbe stato il loro ultimo utilizzo, perché erano vecchie e logore. Quando sono uscita dal bagno, però, non le ho più trovate.
Ho messo sottosopra il letto, spostato il lenzuolo, i cuscini, il plaid dei gatti. Due volte. Ho controllato anche sul pavimento, magari avevo lanciato male... Nessuna traccia delle mutande e qualche dubbio sulla mia sanità mentale (le ho davvero tirate fuori?) e sui felini di casa (le avrà prese un gatto?).
Solo dopo un bel po' mi è venuto in mente di controllare sul comò ed eccole lì, in mezzo ai vestiti usati.
Evidentemente quando ho appallottolato gli indumenti che avevo tolto prima di andare in doccia, ho raccolto per errore anche le mutande pulite e le ho lanciate insieme a tutto il resto.
Buone mutande a tutti!



Va bene, delle mie mutande non ve ne può importare di meno, e avete anche ragione, nemmeno a me interessano le vostre. Magari invece volete sapere come sto.
Sto incredibilmente bene, nel senso che faccio proprio fatica a crederci.
Le analisi della settimana scorsa erano buone, i globuli bianchi si sono ridotti, è inevitabile, ma non tanto, siamo ben lontani dai livelli di emergenza. 
Niente nausea né vomito e i capelli ci sono ancora, anche se è possibile che inizino a diradarsi più avanti. 
Ho ancora sonno, ma meno rispetto ai primi giorni, e mi stanco facilmente, ma ho ripreso il lavoro già la settimana scorsa e riesco a condurre una vita abbastanza normale.
Il dolore al torace si è ridotto, riesco quasi sempre a gestirlo facendo attenzione a evitare alcuni movimenti e posizioni. 
Il sintomo più significativo ora è un lieve bruciore ai palmi delle mani che è probabilmente il preavviso della sindrome mano-piede (tecnicamente eritrodistesia palmo-plantare), l'effetto collaterale più comune e più debilitante di questo farmaco, ma per adesso è davvero poca cosa. Nella speranza che non evolva, seguo le raccomandazioni dell'oncologa: bevo abbondantemente acqua, applico diligentemente la crema idratante e proteggo con molta cura la pelle.



P.S. Grazie per il regalo Fabiana!

9 commenti:

  1. Niente protegge e cura come un gatto 😍 un caro abbraccio a te e al gatto, Laura

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  2. Grazie a te, spero sia una lettura divertente! A me di solito Marco Presta piace, e poi lui da ragazzo abitava proprio di fronte casa mia. Ora si è spostato nella parte più ricca del quartiere, ma ogni tanto capita ancora qui dalla sorella. Quando ho visto il libro nella tua lista ho pensato che ti avrebbe fatto piacere un regalino (sorry, di più al momento proprio non posso fare). Un abbraccio, anche se in questi giorni sarebbe meglio una sventolata di mani, che refrigera un po'! F.

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  3. Ciao Mia. Stavolta non è colpa mia. Mutatis mutandis

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  4. Ciao Mia, sempre divertenti i tuoi racconti di cronache quotidiane!!!
    E proprio bene che hai pochi effetti collaterali...
    Che bella l'immagine del tuo gatto accovacciato sul tuo piede!!!

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  5. Ciao Mia, che bello sentirti, che bello sapere che al momento "il mare è calmo senza grandi onde", che bello leggere i tuoi racconti "comici" sul lancio degli indumenti ... che bello che ci sei.
    Jo

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  6. La pelo terapia gattale, non ha prezzo! È sempre bello leggerti, scrivi divinamente, a quando un tuo libro? Un abbraccio Mia 🌹

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  7. Anche io a volte non so dove ho messo le mutande e i calzini puliti. Forse se iniziò a lanciarli, posso dare una nuova logica alla mia mente! Un abbraccio, Martina

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  8. Che spasso leggere i tuoi racconti!😘

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  9. Come praticante di volley, non potevi non lanciare la biancheria! Annalisa

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