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venerdì 17 luglio 2020

L'amore perfetto

L'amore perfetto esiste, lo so per certo.
È quello che avvolge il cuore, che rispetta, protegge e non ferisce mai, perché il tuo dolore è anche mio. Quello che condivide senza legare, che dà senza chiedere.


Era il 17 luglio del 1989, avevo vent'anni, studiavo all'università. Appena ti ho visto, è scattata la scintilla, ho capito subito che tra noi due c'era qualcosa di magico: ci eravamo scelti.
Nelle settimane successive ho inventato mille scuse per vederti, per passare ogni giorno un po' di tempo con te, mentre imparavamo a conoscerci, dapprima timidi e impacciati, poi sempre più sicuri, mentre i nostri cuori trovavano lo stesso ritmo.
Non c'è stato bisogno di tanti discorsi: due mesi dopo vivevamo insieme. 
Ricordo benissimo la prima notte nel mio letto, con i nostri corpi che si adattavano l'uno all'altro senza sforzo in curve armoniose, un incastro perfetto. Svegliarsi al mattino guardandoci negli occhi: io ci sono, tu ci sei. Il vuoto delle notti in cui dormivamo separati, io a Padova per l'università e tu a Portogruaro; ti sognavo, in quelle notti, sempre, e ripartivo appena finiva l'ultima lezione, per non perdere nemmeno un'ora con te.

E tu c'eri sempre.
L'esame orale di elettrotecnica era durato quattro ore, ero arrivata a casa tardissimo, con l'ultimo treno. Avevi camminato avanti e indietro per ore, preoccupato per il mio ritardo.
La tesi di laurea, preparata quasi sempre di notte perché in quelle ore la mia creatività dà il meglio. Tu dormivi, ma vicino a me.
La varicella, a ventisei anni: sei rimasto con me ogni giorno e ogni notte, quasi dimenticando di mangiare.
Io che arrivavo con il raffreddore e qualche giorno dopo starnutivi anche tu.
Dormire sempre vicini, d'inverno abbracciati stretti e quando invece faceva caldo toccandoci appena, ma sempre con almeno un punto di contatto.
Perdermi nei tuoi occhi, perderti nei miei occhi. Chiamarci e rispondere, sempre. Sapere che eravamo la cosa più bella che potesse capitarci.

E poi la malattia, la tua.
Tutti i tentativi possibili di trattenere la vita che ti abbandonava, ma la diagnosi era senza scampo, abbiamo avuto solo poche settimane per dirci addio.
Ma in dieci anni ci eravamo già detti tutto quello che serviva, non avevamo mai perso un'occasione per dimostrare quanto fossimo importanti l'uno per l'altra.
L'amore perfetto è senza rimpianti, perché non si poteva amare più di così. 

Buon compleanno, George.


5 commenti:

  1. Bellissima e commovente la storia d'amore fra te e George...e sublime la tua definizione dell'amore perfetto!!! Mila

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  2. Bellissima e commovente la tua storia d'amore con George...e sublime la tua definizione sull'amore perfetto!!! Mila

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  3. Mi sono commossa. Ho un marito ed una figlia, ma l'amore perfetto è la mia micetta, la mia metà, ci basta uno sguardo per capirci, sempre insieme, lei intuisce il mio umore e stiamo sempre vicine. Non riesco ad immaginare una vita senza di lei...

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  4. .. sono pezzi di anima .. e li ritroveremo :)

    DaniCR


    PS: Renato, rassegnati :-D

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