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sabato 22 giugno 2019

Routine

Il ritorno a Portogruaro è previsto per giovedì.
Mentre conto i giorni, consolido la mia routine.
Al mattino di solito mi sveglio verso le sette, vado in bagno, finalmente autonoma e non più schiava della padella, mi lavo senza più bisogno di aiuto, poi aspetto la colazione.
Due dita di latte freddo, mezzo panino con un formaggino di contrabbando e poi in palestra.
In questi giorni il mio eccellente fisioterapista non c'è, ma la sostituta è altrettanto valida. Abbiamo iniziato il lavoro a carico ridotto sulla gamba destra, utilizzando una bilancia per dosare correttamente il peso, con esercizi propedeutici al cammino. Le sensazioni che arrivano dalla gamba destra sono strane e sgradevoli, alterate dalla mancanza di sensibilità su ampie zone. Per quel poco che riesco a sentire, è debole e instabile, lavoriamo per migliorare.
Al termine della mezz'ora di fisioterapia mi fermo in palestra per lavorare da sola: un po' di stretching e qualche esercizio per rinforzare la gamba sinistra, che deve sostenere la maggior parte del peso, gli addominali, i glutei e le braccia.
Alla fine della sessione di ginnastica sono stanca e torno a stendermi sul letto fino all'ora di pranzo. Mangio più velocemente dei miei compagni di tavolo, soprattutto perché non ho bisogno di aiuto per aprire gli alimenti confezionati o tagliare la carne e di solito arrivo al massimo a mezza dose di ogni portata. Finisco prima di tutti e vado al mio "solarium", una porta finestra con vista sul mare che mi permette di prendere un po' di sole su gambe e braccia, mezz'oretta al giorno per stimolare la produzione di vitamina D.
Rientro in camera e passo il pomeriggio per lo più a letto: leggo, gioco, faccio qualche altro esercizio per la gamba sinistra e gli addominali, navigo in Internet, ricevo qualche visita, scambio messaggi.
Anche la cena è piuttosto veloce, perché salto quasi sempre il primo.
Se Renato non viene a trovarmi, dopo cena torno al solarium. A quell'ora il sole non c'è più, ma mi fermo a guardare il mare, leggo e negli ultimi giorni mi dedico al bird watching. Nel parco dell'ospedale c'è una coppia di upupe e verso sera almeno una viene sempre a sbeccottare proprio lì sotto; quando trova qualcosa, decolla con il cibo nel becco, probabilmente destinato ai piccoli che aspettano nel nido, dopo qualche minuto ritorna e ricomincia a cercare. Il primo avvistamento è stato emozionante, non avevo mai visto un'upupa dal vivo, solo nelle illustrazioni dei libri. È bellissima.


(la foto non è mia, il mio cellulare ha una fotocamera meno che mediocre, non sono riuscita a ottenere un'immagine decente)

Verso le otto torno in camera, guardo un telegiornale poi passo la serata tra lettura e giochi. Di solito spengo la luce verso le dieci e mezza.
TopoMorto si addormenta molto prima di me e all'inizio russa forte, ma di solito smette verso le dieci, per cui riesco a dormire senza troppa difficoltà.
Negli ultimi giorni ha recuperato un bel po' di vivacità e le nostre conversazioni sono più frequenti. Ha sfoderato anche qualche insospettabile guizzo di ironia.
Da qualche giorno ai pasti abbiamo una nuova compagna di tavolo che si lamenta incessantemente: dei suoi dolori, del cibo insipido, della fisioterapia, del tempo... Una geremiade a flusso continuo.
Stamattina, al momento di andare a fare colazione, TopoMorto ha dichiarato con un sospiro: "Andiamo a sentire quanti dolori ha avuto stanotte!" e quando è iniziata la litania dei lamenti, mi ha fatto l'occhiolino: TopoRisorto!


4 commenti:

  1. Speriamo che TopoRisorto divenga presto TopoDimesso, e te con lei.
    Hai una data finalmente, evviva, Portogruaro è vicina. Gio

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  2. Mi sa che TopoMorto è risorto anche grazie alla vicinanza con te!
    Buon rientro a Portogruaro, e al più presto anche a casetta tua
    Ale

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  3. Meno male..
    Della mia routine fa parte la lettura delle tue news.
    Ti abbraccio tanto,
    Sandra

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  4. -1
    Le valigie immagino siano pronte, tanti saluti alle compagne e al TopoRisorto, e buon ritorno a Portogruaro, Mia :-)
    Un abbraccio,
    Michela

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