Due settimane fa sarei dovuta andare a Venezia, in piazza San Marco, alla cerimonia di proclamazione di laurea di mia nipote. Il programma prevedeva viaggio in treno, vaporetto dalla stazione a San Marco, cerimonia di un paio d'ore, con una sedia a disposizione, spostamento a piedi verso Rialto per il rinfresco e rientro: uno sforzo impossibile da sostenere per la mia gamba e con immenso rammarico ho dovuto rinunciare.
Ladro, me l'hai rubata!
Lo scorso weekend siamo stati a Monza, per la comunione di Chiara, la figlia di mia cugina. Ho dovuto noleggiare una sedia a rotelle per gestire la trasferta: non mi sarebbe stato possibile restare seduta sul banco della chiesa per la durata della funzione e non avrei potuto affrontare due visite a cui tenevo molto: il roseto della Villa Reale di Monza e il Duomo di Milano.
Martedì, siamo andati a Gardaland. La scelta era strategica per trovare poco affollamento, giorno infrasettimanale e scuole ancora aperte, e ha funzionato alla perfezione: tempo splendido, poca gente, code per le attrazioni brevi o inesistenti. Peccato che il parco non sia affatto a misura di disabile, con pendenze che hanno messo a dura prova la forza e la resistenza di Renato, che pure è tutt'altro che gracile, e pochissime attrazioni accessibili. E quando dico pochissime non esagero: su quattordici attrazioni per adulti (Adventure e Adrenaline), solo tre - ripeto: TRE - sono utilizzabili da chi arriva in carrozzina, anche se, come me, è in grado di alzarsi e camminare per qualche decina di metri. È stato come trovarsi davanti un sontuoso buffet e poter assaggiare solo un po' di riso in bianco.
Ladro, me l'hai rubata!
Oggi abbiamo fatto un giretto in centro, c'è una manifestazione enogastronomica. La parte "eno" non mi interessa, ma ero curiosa di quella "gastronomica". Parcheggio perfetto, proprio a ridosso del centro, attraversamento del parco, a passi piccoli e con l'aiuto del bastone, visita alla mostra di orchidee dello zio, proseguimento fino alla piazza. Totale: 500 metri, poi sosta su una panchina perché avevo bisogno di riposare. Ma non troppo, perché se resto seduta sul rigido più di 10 minuti, inizia un dolore che dalla parte posteriore della coscia si irradia a tutta la gamba. Ripartiamo. Meno di 150 metri dopo, sosta al bar, che ha le poltroncine con il cuscino. Dopo un drink sorseggiato con calma, affrontiamo l'ultimo tratto, un centinaio di metri, e poi il ritorno al parcheggio. Una bazzecola di passeggiata, che una persona normale può fare agevolmente in quindici, venti minuti. A me ci è voluta un'ora e mezza e mi è costata il resto del pomeriggio sul divano e un analgesico.
Ladro, me l'hai rubata!
Il cancro è un ladro bastardo.
Devo solo sperare che si accontenti di rubarmi queste piccole cose e non tenti mai il colpaccio.