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giovedì 29 giugno 2017

Il senso di giustizia

Ho un senso di giustizia molto radicato, frutto sicuramente degli insegnamenti della nonna Ester: se ritengo che qualcosa sia scorretto, lo rifiuto. Non riesco proprio ad accettarlo, mi crea disagio, mi fa stare male.
So di passare talvolta per intransigente, ma è più forte di me. È il motivo per cui non riesco a tacere di fronte a chi sostiene posizioni che ritengo eticamente inaccettabili. Fatico enormemente a trattenermi dal ribattere, anche quando so che la discussione è inutile; non mi sentirei in pace con la mia coscienza se non facessi almeno un tentativo di affermare i valori in cui credo.
Tra questi, l'equità.
Io credo fermamente nell'uguaglianza dei diritti e dei doveri. Per tutti.

È per questo che ho passato una pessima nottata.
Se sento qualcuno russare, non riesco a dormire. Posso metterci tutta la buona volontà, la pazienza e lo spirito di sopportazione. Semplicemente, non ce la faccio.
Non serve nemmeno che il volume sia quello di un martello pneumatico, basta anche un respiro appena rumoroso per disturbare il mio sonno.

Per il principio di equità di cui sopra, questo vale sempre, chiunque sia il russatore. Anche se sono io.

Mi sono beccata un piccolo (spero!) malanno fuori stagione. È iniziato tutto martedì sera con un fastidio alla gola che durante la notte si è trasformato in forte bruciore. Sto trattatando il mal di gola con spray a base di propoli e olio essenziale di limone; oggi pizzica ancora, ma meno. In compenso, stanotte è iniziata la congestione nasale, che probabilmente annuncia un raffreddore, disturbando molto la mia respirazione.
Credo di essermi svegliata almeno una quindicina di volte. Mi accorgevo di russare, e mi svegliavo. Sognavo di russare, e mi svegliavo.
La fregatura era che non potevo nemmeno cambiare stanza per trovare pace.
Ecco, a volte vorrei che il mio senso di giustizia fosse un pochino più elastico...



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