Le mie giornate continuano ad avere un ritmo frenetico, tra lavoro, studio (ebbene sì, dopo la buona esperienza dello scorso anno mi sono iscritta a un altro corso di perfezionamento universitario) e teatro.
Quando va bene esco di casa al mattino poco dopo le 8 e rientro all'ora di cena, ma a volte parto anche un'ora prima e quando ho il corso di teatro torno dopo le 23. Alla sera non provo nemmeno a mettermi davanti alla TV, dopo la doccia crollo direttamente sul letto.
Negli ultimi due mesi ho pranzato quasi sempre fuori, il più delle volte rosicchiando rapidamente un paio di barrette sostitutive del pasto senza interrompere il lavoro, e in casa avrò cucinato sì e no una decina di volte; ormai Renato passa molto più tempo di me ai fornelli e io non so nemmeno cosa ci sia in frigo... ammesso che ci sia qualcosa.
La mia agenda è come lo schema di una partita di Tetris, in cui cerco di incastrare tutti i pezzi per utilizzare al meglio lo spazio disponibile, maledicendo ogni imprevisto che rischia di far saltare la configurazione studiata con tanta cura, come il virus intestinale che l'altra settimana mi ha regalato - letteralmente - un paio di giorni di m...
Lavorare tanto è faticoso, ma ha i suoi vantaggi. Si porta a casa la pagnotta, innanzitutto, e non è poco. E ai tanti impegni corrispondono anche soddisfazioni professionali e personali.
Però il tempo libero, quello da dedicare a se stessi, si riduce fino quasi ad annullarsi e questo in linea di principio non è una buona cosa. Talvolta però ritrovarsi a non avere nemmeno il tempo di pensare può essere utile; ad esempio nel periodo dei controlli di follow-up.
Otto giorni fa mi sono ritrovata a fare la radiografia al torace quasi senza accorgermene. A inizio settimana prelievi di sangue, audiometria e visita dall'otorino e poi di corsa da un cliente. Ieri ecografia addominale e risonanza magnetica al ginocchio per un dolore di origine misteriosa al legamento esterno, che mi disturba ormai da più di un mese e subito di nuovo al lavoro. Tutto così di corsa che non ho quasi avuto il tempo di preoccuparmi.
Ho detto "quasi".
Qualche pensiero malefico trova sempre il modo di fare capolino, ma non ho tempo da dedicargli, quindi lo accantono.
Alla fine, ieri mi sono ritrovata in mano il referto dell'ecografia che conferma una situazione di assoluta normalità: niente masse sospette nell'addome né altri motivi di allarme. La palla è sempre lì, invariata pure lei.
Nessuna novità nemmeno sul fronte dell'udito: sono sempre un po' sorda, ma non più dell'anno scorso.
Invece - udite udite - le analisi del sangue per la prima volta da sei anni a questa parte non hanno asterischi nella riga dei globuli bianchi: ho raggiunto la fatidica soglia di normalità di 4.000!
Mancano ancora gli esiti di RX torace e risonanza al ginocchio, che saranno disponibili alla fine della prossima settimana. Spero che non riservino brutte sorprese... non ho tempo da perdere, io!
E-V-V-I-V-A ♡♡♡
RispondiEliminaGio
sei positivissima grazie cara fa bene anche a me poterti leggere....e vvaiiii...bm zdw
RispondiEliminanessuna sorpresa...mica hai tempo da perdere, Tu...sia chiaro.
RispondiEliminaDella prima parte ero già al corrente: attendo per la seconda....
Baciozzo!! rita
confermo, quando si è presi da millemila incombenze il tempo per pensare ai controlli diminuisce in modo drastico! Felice per i primi controlli, aspetto le news :)
RispondiEliminabenone evvaiiiiiiiiiii alla grande!!!!
RispondiElimina4p