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domenica 27 marzo 2011

L'altra primavera

C'è la solita primavera, quella fatta di macchie gialle di forsythie e narcisi, piume verdi di germogli sui rami, nuvole rosa di fiori di pesco, aria profumata di sole. È bella, bellissima, come tutte le stagioni, ognuna delle quali ha il suo fascino.

Ma c'è anche un'altra primavera.
Il 27 marzo del 2006 sono stata ricoverata e per la prima volta, grazie ad un ecografista competente, è stata pronunciata la parola liposarcoma: i disturbi che mi tormentavano da oltre sette mesi avevano finalmente un nome, un nome di cui in quel momento non conoscevo il significato, sapevo solo che finiva per -oma quindi probabilmente era un tumore maligno, un cancro, e solo nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi avrei scoperto il suo vero significato.
Sapevo anche che era grande, enorme, che occupava tutta la cavità addominale, e mentre tre giorni dopo un'infermiera spingeva il mio letto fuori dalla camera, verso la sala operatoria, sapevo anche che avrei potuto non risvegliarmi dall'anestesia, oppure svegliarmi con qualche organo in meno. E quando due settimane dopo è arrivato il referto istologico con la conferma della diagnosi, sapevo che quella sarebbe forse potuta essere la mia ultima primavera.

Questo accadeva esattamente cinque anni fa.
Non sono particolarmente legata agli anniversari, per la verità è un caso che mi sia messa a scrivere questo post proprio oggi, mi frullava in testa già da un po' e ad essere sincera sono dovuta andarmi a rileggere la cartella clinica per essere sicura delle date.
Cinque anni dalla diagnosi però sono un traguardo importante, uno di quelli che si utilizzano per le statistiche. Non sono stati cinque anni liberi da malattia, nel frattempo c'è stata la recidiva, con il suo pesante corollario di terapie e relativi effetti collaterali, ma per una curiosa coincidenza, anche il secondo intervento è stato in marzo, nel 2008, quindi sono comunque tre anni di remissione.
Questo doppio anniversario forse non vuole ancora dire guarigione, ma significa che sono ancora viva, e tutto sommato anche in buona salute. Significa che da quel giorno di cinque anni fa ho ammirato, annusato e assaporato ancora cinque primavere, cinque estati, cinque autunni e cinque inverni, cosa che in quel giorno di marzo non davo affatto per scontata e che mi fa parecchio piacere.
Mi auguro di poter godere ancora di tante stagioni, ma intanto sono grata, molto grata, di quelle che ho potuto assaporare, e non intendo solo gli ultimi cinque anni, ma anche i precedenti trentasette.
E se questa primavera ha riportato, oltre alle vampate, anche qualche movimento di formiche sulla gamba destra a qualche dolorino alla palla... beh, chissenefrega.
Io sono viva.

PS: dato che comunque siamo nel pieno della "solita" primavera, la spedizione di oggi al Mottaflor ha fruttato un po' di materiale per arricchire le mie aiole, giusto qualche piantina...

15 commenti:

  1. e che primavera sia, poi, estate, poi autunno e poi inverno, e così via, di stagione in stagione, di anno in anno.

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  2. E' un post che allarga il cuore...Mi associo a ziacris!:-*

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  3. e lo sono anche io, molto grata di te qui ora, adesso e per tutte le prossime stagioni.

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  4. Cinque anni... sempre questi cinque anni che quando ce li appioppano ci sembra come se ci appiccicassero la data di scadenza sul sedere, mannaggia...
    Però è un bellissimo post, trasuda vita da ogni parola. Grazie di cuore.
    Sara

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  5. Mi sono ritrovata molto in queste tue parole: "sapevo anche che avrei potuto non risvegliarmi dall'anestesia, oppure svegliarmi con qualche organo in meno", anche se io ai tempi sapevo già quale organo in meno avrei avuto.

    Il tempo che passa non è mai stato così prezioso come in questa fase della nostra vita.
    Permettimi di farti gli auguri per tanti tanti altri anni avanti a te.

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  6. Che bello questo post, Mia! E quoto Rosie. Ti auguro tante, tante,ma tante prossime splendide primavere.


    Lina

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  7. carissima, che bello un post così. anche io avevo fatto questi pensieri ma era ottobre dell'anno scorso e nn posso ancora scrivere post così.poi leggo il tuo e mi dico che nn c'è problema, ce la faccio anche io a scriverlo fra 5 anni ehehehe...un abbraccio

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  8. Ti ho letto e mi siè stretta la pancia.Ma poi mi si èallargato il cuore. Ti auguro tante primavere e vorrei regalarti una piantina.

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  9. Grazie, grazie a tutte, sono commossa!
    @stillhumming: aspetta, che non ho ancora finito di interrare quelle che ho comprato domenica!

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  10. giusto, ma non ti stancare troppo! e intanto mi è venuta un'idea più pratica: ti mando dei bulbi!!

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  11. Ancora tante e tante primavere x tutte noi ...le tue parole sono un inno alla vita!!!!Ti abbraccio.

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  12. Sono incappato nel tuo blog per caso e voglio porti i miei complimenti.
    Faccio il sistemista e quindi sono su Internet varie ore al giorno; non mi soffermo mai sui siti non tecnici, ma il tuo mi ha colpito. E' fantastico. Riesci a scrivere con semplicità e facilità (almeno sembra) tutto quello che io penso ma non so dire.
    Io ho finito i miei 12 cicli di Folfox4 il 7 novembre 2007 e so di che parli. Sono stato operato il 26 aprile di quell'anno. Sorvolo sui dettagli.
    I miei bambini non sanno nulla ma dal 11 maggio di quell'anno, giorno in cui sono stato dimesso e giorno del mio compleanno, non ho mai trascorso un solo giorno senza il mio sorriso. Sarebbe un giorno sprecato.
    Grazie

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  13. sai anch'io combatto con una bestia al fegato,da quasi due anni.
    dovevo tirare 4 mesi invece sono ancora qui....
    il tuo esempio mi da forza per andare avanti e credo che sia importante raccontare prima o poi lo farò anch'io.
    sei una grande!!!

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  14. @sistemista anonimo: hai ragione, un giorno senza sorrisi è davvero sprecato!

    @Ziofred: raccontare mi aiuta a mettere ordine nei pensieri, a prendere le distanze da quello che succede... e a incontrare, almeno virtualmente, tante belle persone che si fermano a commentare!

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