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venerdì 30 aprile 2010

Quello che pesa...

Quello che pesa è il dolore di chi stamattina ha salutato per l'ultima volta la mamma, la moglie, la nonna, una donna coraggiosa che il cancro ha impiegato 30 anni a sconfiggere.
Quello che pesa è lo strazio di genitori e sorelle che tra poco diranno addio ad una ragazza di 23 anni stroncata da una malattia rara.
Quello che pesa è la preoccupazione per le amiche che in questo momento stanno combattendo per la propria salute o per quella di un loro familiare.
Quello che mi taglia il cuore in questi giorni è la sofferenza degli altri.

La palla è tornata, si è riformata in meno di una settimana dopo l'aspirazione. Ma in fondo chissenefrega.

Questa volta non bastano i colori della primavera a regalarmi il sorriso.

martedì 20 aprile 2010

Fatto!

Eccomi già di ritorno, l'intervento è stato più rapido del previsto e non è stato necessario nemmeno rimanere in osservazione, anche se per oggi è meglio che me ne stia buona buona sul divano, con la fascia addominale che mantiene lievemente compressa la zona dell'intervento.

Mi ero preparata scrupolosamente in un'ottica di non-si-sa-mai: doccia, borsa d'emergenza con cambio di biancheria, pigiama, ciabatte, spazzolino e dentifricio, pranzo leggerissimo con solo un po' di brodo. Non era richiesto il digiuno, ma considerato che ci sarebbe stato un ago nei dintorni dell'intestino, mi sembrava meglio farlo restare più fermo possibile.

Il raffreddore va molto meglio, già ieri aveva iniziato a sfogarsi con starnuti e naso gocciolante, ma almeno non mi faceva più male il viso, sono riuscita ad andare al lavoro e, alla sera, ho passato a pieni voti l'esame del corso Dive Medic. Stamattina però qualche dubbio l'avevo ancora: e se starnutisco proprio mentre c'è l'ago infilato nella pancia?

Ma non ho fatto in tempo a pensarci troppo, l'ora di partire è arrivata in un attimo. Ho raccolto tutto l'armamentario di borse, borsette, libri e documentazione medica, ma soprattutto il bagaglio più importante, tutti gli incoraggiamenti e gli auguri che mi sono arrivati in questi giorni da tante persone, in particolare - non me ne vogliano tutti gli altri - dalle amiche bloggers.

Avevo portato due libri, perchè uno era quasi finito e non volevo rischiare di trovarmi senza niente da leggere, ma in realtà ho fatto in tempo a finire sì e no un capitolo.

Il medico mi ha chiamata puntualissimo alle 14: prima di tutto voleva fare un'ecografia per valutare la situazione.
L'avvio non è stato precisamente incoraggiante.
Lui: Ah!
Io:
Lui: È profondo.
Io:
Lui: Devo andare a prendere l'attrezzatura adatta, qui in ambulatorio non ho un ago abbastanza lungo
Io:
È tornato dopo meno di dieci minuti, accompagnato da un'assistente che aveva in mano una di quelle buste sterili per strumenti chirurgici, bianca e verde. Ma era lunga forse 40 centimetri, NON POTEVA essere il mio ago!
Ovviamente invece era proprio lui: trenta centimetri abbondanti di acciaio con un tubo flessibile ad un'estremità.
L'anestesia locale è stata poco fastidiosa: ho sentito un po' di bruciore con la prima iniezione, ma la seconda era probabilmente in corrispondenza di una delle cicatrici dei vecchi drenaggi, dove la pelle è completamente insensibile, perchè non ho sentito assolutamente niente.
Anche l'inserimento dell'ago gigante ha portato poco disagio, non faceva male, anche se è sempre strano sentire un corpo estraneo che ti perfora la pelle e sprofonda tra le viscere.
Dopo che il medico ha posizionato l'ago con la guida delle immagini ecografiche, l'assistente ha collegato una grossa siringa al tubo flessibile e ha iniziato ad aspirare.
 
Subito però è arrivata una notizia confortante.
È proprio un linfocele.
Sollievo.
Il liquido aspirato era limpido e trasparente, di un colore giallo che ricordava la cedrata. Linfa, normalissima linfa. Niente sangue, corpuscoli o altri contenuti sospetti.
Il contenuto della prima siringa è stato messo in un contenitore destinato al laboratorio per l'esame istologico, quello delle successive sette siringhe invece è finito nei rifiuti.
Dopo le prime quattro aspirazioni, il medico ha dovuto spostare un pochino l'ago e poi premere sulla pancia per favorire la fuoriuscita: lì mi sono dovuta concentrare e controllare la respirazione per mantenere rilassati i muscoli addominali - o quel poco che ne è rimasto - perchè nonostante l'anestesia il dolore si è fatto sentire.
Alla fine la sacca era praticamente vuota: in totale poco meno di 250cc di liquido.Come ha detto poi Renato, era più o meno come avere in pancia una lattina di Coca Cola, di quelle un po' più piccole che si trovano nei distributori automatici.
Dopo aver sfilato l'ago e applicato una medicazione per proteggere la piccola ferita, medico è stato chiaro: Non posso promettere che non ritorni, capita spesso che un linfocele si riformi.
Lo so, è una possibilità che abbiamo messo in conto da subito. Ma perchè non sperare in un po' di fortuna?

domenica 18 aprile 2010

Lagna

Vi ricordate il mal di gola di cui parlavo ieri?
Lo spray alla propoli ha fatto come di consueto il suo dovere (non ho ricordi di mal di gola che siano durati più di 36 ore da quando ho iniziato ad utilizzarlo, ormai quasi vent'anni fa).
Peccato che il mal di gola fosse solo l'inizio...
Ieri sera è iniziato quello che Renato chiama "inzuccamento": naso chiuso, orecchie tappate, occhi arrossati, indolenzimento diffuso, starnuti, mal di testa e dolori in corrispondenza delle orbite e degli zigomi, brividi, sensazione di generale intontimento.



Ho un livello di sopportazione del dolore piuttosto elevato, durante i due ricoveri il personale restava stupito del fatto che spesso rifiutavo gli analgesici. Di solito me ne sto buona e aspetto che il dolore passi.Ma quando mi prende alla testa - in particolare al viso - divento una lagna.
Insofferente, lamentosa, intensamente autocommiserante. Insomma, una piattola.

Ieri sera ho fatto uno Jala Neti, il lavaggio del naso yoga con la soluzione fisiologica, stamattina un fumento con bicarbonato e foglie di menta fresca, due ottimi rimedi casalinghi che mi hanno aiutata a respirare, però i seni paranasali sono ancora congestionati e il dolore al viso rimane.


Questa cosa mi rompe le uova nel paniere, e non poco.
Oggi sarei dovuta andare con Renato alla cerimonia della Prima Comunione di uno dei suoi nipoti, ma ho preferito evitare di spargere virus e/o batteri tra i parenti. Domani dovrei andare da un cliente, ma non so se sia il caso. E domani sera ho l'esame del corso Dive Medic di primo soccorso.

Per non parlare dell'aspirazione della palla, prevista per martedì pomeriggio. Si potrà fare? Funzionerà? È sicura?

C'è una parola che ronza nel sottofondo dei miei pensieri, "contaminazione", vale a dire il rischio che all'interno della palla possa essere rimasta qualche cellula malefica e che l'aspirazione possa in qualche modo liberarla. Certo è una possibilità remotissima, dovrebbe crearsi un concatenamento davvero improbabile di situazioni sfavorevoli. Però...

Oggi statemi lontani, è meglio.

sabato 17 aprile 2010

Maledetta primavera

Quest'anno l'inverno è stato particolarmente freddo e lungo. O almeno così è parso a me. Fatto sta che avevo voglia di primavera, di sole tiepido, di togliere dal letto almeno qualche strato di piumoni.
Non sono mai stata particolarmente affezionata ad una stagione, ognuna ha i suoi lati positivi e mi piace l'alternanza, apprezzo le lunghe giornate estive, accolgo con piacere i colori accesi dell'autunno e il limpido gelo invernale (il mio conto in banca accoglie un po' meno volentieri le bollette del gas, ma tant'è). E poi di nuovo il tepore e l'esplosione di vita della primavera, in un ciclo continuo di mutamento e rinnovamento.

Solo che ora le temperature primaverili portano con sé una moltiplicazione esponenziale delle vampate di calore, che nel giro di una settimana sono passate da due-tre per notte, tutto sommato sopportabilissime, a 8-10 al giorno. A tutte le ore del giorno.
Passino quelle serali, quando magari sono stravaccata sul divano, ma quando arrivano a tradimento mentre stai tenendo una docenza per un corso di formazione o durante il colloquio con un potenziale nuovo cliente... Hai voglia a fare finta di niente quando sai di avere un colorito tra il porpora cardinalizio e il viola vescovile e senti le goccioline di sudore che scendono giù per la schiena!
Mi chiedo sempre cosa ne pensano le persone che mi vedono; io non ricordo di averci mai fatto caso se succedeva ad altre donne, ma probabilmente non faccio testo perchè sono una pessima osservatrice degli aspetti esteriori, se mi chiedete cosa indossa una persona due secondi dopo che l'ho incontrata non vi so rispondere. Però posso dirvi se mi sembrava felice, preoccupata, rilassata... che tutto sommato mi pare più importante.
Avevo pensato di segnalare al mio sistema di termoregolazione che due anni e quattro mesi dovrebbero essere più che sufficienti per abituarsi al cambiamento di livelli ormonali della menopausa, ma ho paura che mi risponda che due anni e quattro mesi dovrebbero essere sufficienti anche per abituarsi alle vampate. Meglio se non gli dico niente.

E cos'altro portano i primi caldi primaverili?
Ma certo: il mal di gola! Il leggero pizzicorino di ieri si è via via trasformato in bruciore fino ad evolvere in un vero incendio.Con perfetto tempismo, che mercoledì iniziano le prove generali per i concerti di fine anno e sarebbe stato proprio utile un po' di esercizio.
E vai di spray alla propoli.

Ho cambiato idea. Posso riavere l'inverno?

Chi è questo?

Uno felino sconosciuto si aggira per la nostra casa: miagola, ronrona come un trattore, viene a chiedere coccole e grattini, mendica qualche bocconcino dalla nostra tavola... se non avesse tre zampe, penserei che qualcuno ha sostituito il nostro Ciccio con un gatto che gli assomiglia.
Eh già, perchè il Ciccio queste cose una volta mica le faceva!


Per sentire le fusa bisognava auscoltarlo con lo stetoscopio, di mangiare dalle nostre mani non se ne parlava proprio, lasciarsi coccolare poi pareva fosse quasi un favore che faceva a noi, ogni tanto, giusto per darci un contentino. E miagolare? Ma quando mai...
In questi giorni invece è incredibilmente rumoroso, affettuoso e giocherellone: chiama con un sonoro brrrgneu per segnalare ciotole vuote oppure per ordinare a Renato di lasciargli libera la poltrona da ufficio, viene a strofinare la testa contro la mia mano per avere un po' di grattini, organizza assalti a sorpresa alla mamma da dietro gli angoli per poi scappare a nascondersi su per le scale: irriconoscibile.

Quando qualche giorno fa, durante il pranzo, l'ho visto zompare sulla sedia a fianco di Renato e prendere pezzetti di carne dalle sue mani, la domanda è nata spontanea: "Chi sei tu? Cosa nei hai fatto del nostro gatto?"

sabato 10 aprile 2010

Annichilita

Un SMS ieri pomeriggio da Cristina, solo quattro parole "leggi da Anna Lisa".  
Ah, sì - ho pensato - ha visto il post di ieri, quello sul libro che parla di radioterapia, e ha pensato a Giorgia che sta cercando di pubblicare la sua storia.
Invece no, c'era un nuovo post, con una di quelle notizie che ti piombano addosso come fulmini, improvvise e violente, così intense da lasciarti senza fiato, così dure che l'unico pensiero è "no".
Sono rimasta a guardare lo schermo con la mente vuota, azzerata, incapace di affrontare quello che stavo leggendo. Non trovavo parole, nient'altro che "no". E la nausea in gola.
No. Non lei, con gli occhi pieni di sole e i cuoricini nei capelli.
No. Non adesso, dopo quei post pieni di cose belle e di nuovi progetti.
No.
Ma quel post rimaneva lì a ricordarmi che non basta dire "no", non basta picchiare i pugni e battere i piedi. Bisogna raccogliere i pezzi, la rabbia, la paura, la speranza, la voglia di farcela e prepararsi per un'altra prova, un'altra battaglia.
Ma questa volta al suo fianco saremo un esercito.

domenica 4 aprile 2010

In piena attività

No, non sono caduta definitivamente preda della pigrizia di cui al precedente post, al contrario, sono stata risucchiata da un vortice di lavoro, che ha occupato tutte le giornate e più di un dopocena delle due settimane appena passate, e da altre attività che hanno impegnato le rimanenti serate (corso di teatro, aggiornamento di primo soccorso). E il tutto probabilmente andrà avanti con questi ritmi - se non di più - almeno fine a fine maggio.
Nel caso ve lo chiediate: no, non ho improvvisamente recuperato le energie e sì, sono stanca. Ma il mio lavoro è così, alterna periodi di calma piatta ad altri straordinariamente intensi e quando c'è da fare, io faccio: semplicemente non mi fermo fino a che non ho finito.
Insomma, affronto con la stessa intensa determinazione sia l'ozio che il lavoro: sono capace di passare settimane a poltrire come un bradipo, ma anche di lavorare giorno e notte per rispettare gli impegni professionali.

L'oncologo ha discusso con il chirurgo della mia palla e mi hanno proposto un'aspirazione ecoguidata: in sostanza, si utilizza l'ecografia per posizionare un ago dentro la palla e aspirarla.
Si tratterebbe di un intervento relativamente poco invasivo, credo che si possa fare ambulatorialmente, ma non è detto che sia risolutivo: a seconda del livello di fortuna, il versamento potrebbe sparire definitivamente, riformarsi di dimensioni più ridotte oppure tornare tale e quale.
Ma credo che valga la pena di tentare, perchè l'alternativa sarebbe un'operazione vera e propria. E dato che non mi hanno ancora messo una cerniera sulla pancia, preferirei evitare ulteriori tagli...
L'oncologo sperava di riuscire a fissarmi l'intervento prima di metà aprile ma quando gli ho detto che dovevo escludere mercoledì 7 perché ho la mammografia e anche lunedì, martedì e mercoledì della settimana successiva perché devo tenere un corso, ha detto di richiamarlo dopo Pasqua per trovare una data più avanti.
Speriamo bene!

E dato che intanto si è fatto molto tardi e la mezzanotte è passata da un pezzo...