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martedì 10 giugno 2025

Li lavo o non li lavo?

Fatta anche la ventunesima infusione.
È filato tutto liscio: viaggio rapido, chiamate per visita e terapia nei tempi previsti e, all'entrata nella stanza del Day Hospital, l'infermiera che quasi scusandosi mi ha detto che in quel momento non c'erano poltrone libere, soltanto un letto e io adoro l'infusione sul letto, perché mi permette di tenere la gamba ben sollevata e preferisco mille volte il contatto con le lenzuola di cotone rispetto alla carta monouso che ricopre le poltrone.


Nonostante tutto, al rientro ero molto stanca, un po' per la fatica della trasferta e un po' per l'effetto dei farmaci che non sono né pochi, né leggeri: mi sentivo debole, assonnata e con un principio di mal di testa. 
Stasera, mentre salivo verso il piano superiore di casa con la poltroncina montascale, ho pensato che avrei dovuto lavare i capelli, però non ero sicura che fosse una buona idea. 
Lo shampoo aggiunge una discreta dose di fatica alla mia doccia serale, perché devo rimanere seduta più a lungo sullo sgabello da doccia, con uno sforzo supplementare per la schiena per compensare la mancanza delle ossa del bacino a destra e mantenermi dritta, e poi rimanere in piedi più a lungo davanti al lavandino per asciugare i capelli con il phon, dato che nella zona notte non c'è spazio per la carrozzina e mi muovo con il deambulatore. E quando sono molto stanca, una maggiore fatica corrisponde a un maggior rischio di capogiri e di attacchi notturni di elettroformiche.
Avevo quasi deciso di rinviare lo shampoo a domani sera, però poi ho pensato che domani potrebbe essere ancora più difficile, dato che la volta scorsa ho iniziato a stare male già la prima notte dopo l'infusione, quindi ho raccolto le energie, aumentato il livello di prudenza nei movimenti per ridurre il rischio di cadute, e ho lavato i capelli. Ora sono davvero distrutta, ma sollevata per non aver posticipato questo impegno che per me è meno banale di quanto si potrebbe pensare. 


Ho asciugato i capelli e lavato i denti, poi ho preso i consueti cinque farmaci della sera, quattro in compresse e uno in gocce. Dopo aver inghiottito le compresse con due dita d'acqua in cui avevo sciolto le gocce, ho automaticamente riempito di nuovo il bicchiere dal rubinetto e mandato giù qualche altro sorso, per eliminare il sapore cattivo delle gocce. E ho realizzato che, per un paio di giorni dopo la chemio, anche l'acqua ha un cattivo sapore a causa del cortisone. Bleah! 
Buonanotte a tutti! 


7 commenti:

  1. Brava, semplicemente brava.ti seguo da molta ma è la prima volta che ti scrivo e davvero hai una forza che solo leggendo dai forna anche a noi.mi hai aiutato molto nel mio percorso e ti ringrazio.Continua così 🫰🫰🫰

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  2. Ciao Mia
    Sei veramente bravissima. Sembra una cosa da poco ma i capelli dopo una giornata in ospedale non ti fanno star bene se non li lavi.
    Ti capisco. E’ dura lavarli. Io non ho mai fatto chemio vera e propria. Ho fatto interferone e per un ventennio imatinib ogni giorno : ti tolgono le energie e a volte stai bene solo a letto. Ti abbraccio

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    1. È uno dei motivi per cui li tengo cortissimi: tempi di manutenzione decisamente ridotti!
      A proposito dell'interferone, una ventina d'anni fa un conoscente raccontava che per fare le iniezioni al fratello doveva letteralmente rincorrerlo: gli effetti collaterali erano talmente pesanti che l'uomo cercava ogni volta di scappare!

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  3. Ciao Mia, leggo solo ora il post diario del tuo "viaggio" in quel di Padova e condivido che sei bravissima e generi forza per chi ti legg!!!
    Con immutata e rinnovata ammirazione!!!

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  4. Come sempre, forza. E grazie per la condivisione , sei sempre un modello anche nelle piccole cose che in tanto momenti della vita si danno per scontato, quando nulla lo .e' .Annalisa

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    1. Credimi, non sono un modello. Ma mi guardo bene dal pubblicare qui le cose che mi metterebbero in cattiva luce! 😄😄

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