Credo che nessuno che sia sano di mente si sognerebbe di andare a dire a un malato terminale che ha perso o che è stato sconfitto.
Sarebbe come dire che non è stato abbastanza forte, non ha avuto sufficiente coraggio, non ha lottato quanto avrebbe dovuto.
Sarebbe crudele e disumano, una imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti di una persona che attraversa un'esperienza terribile.
Significherebbe togliere dignità a chi si trova al termine di un percorso difficile e doloroso.
E allora perché viene ritenuto assolutamente normale usare pubblicamente quelle parole così pesanti quando una persona muore?