Il nuovo anno è iniziato male.
Colpa di Edison, che il primo gennaio non si è fatto vedere per tutto il giorno, non era mai successo.
Domenica pomeriggio l'abbiamo cercato per ore, percorrendo più volte avanti e indietro tutta la nostra via e quella parallela, Renato è andato anche nei campi dietro casa, chiamando inutilmente. Quando si è fatto buio, il pensiero che il nostro GattonGattone potesse essere fuori da solo, spaventato, forse ferito mi ha fatto crollare in un pianto dirotto. Ho saltato la cena e sono andata a letto con un pesantissimo carico di tristezza sul cuore.
Alle 23:30 Renato è entrato in camera con Edison in braccio. Era appena rientrato dalla gattaiola, tranquillo e perfettamente asciutto, nonostante fuori ci fosse un'umidità che si tagliava con il coltello, cosa che ci fa sospettare che sia rimasto chiuso da qualche parte. Immenso sollievo... e voglia di ucciderlo per quanto mi aveva fatto stare male.
Il giorno seguente sono andata a Padova per togliere i punti. Come sempre, il parcheggio in ospedale è un problema: nonostante fossimo arrivati con più di un'ora di anticipo, alla fine ho dovuto lasciare Renato in macchina ad aspettare che si liberasse un posto e avviarmi da sola verso l'ambulatorio, perché l'ora dell'appuntamento si avvicinava. Fortunatamente ho trovato una persona gentile che mi ha spinto su per la rampa di accesso all'Ospedale Giustinianeo, troppo lunga e ripida per affrontarla da sola con il fisico ancora a mezzo servizio.
Nei giorni precedenti, la ferita sul bordo del seno aveva continuato a darmi fastidio, e me ne dà ancora, con l'aggiunta di un dolore sordo che corre intorno alla parte destra del torace, proprio dove passa l'elastico del reggiseno (
PS: grazie Paola, le bralette di cotone sono arrivate ieri e sono perfette!). La chirurga che mi ha visitato ha confermato il mio sospetto: durante l'intervento è stato lesionato un nervo intercostale. Giusto perché non ho già avuto abbastanza problemi con le neuropatie.
Ho segnalato anche il perdurare della tosse e il fastidio al polmone quando respiro profondamente e la dottoressa mi ha assicurato che sono normali conseguenze dell'intervento, che si risolveranno con il tempo.
La rimozione dei punti è stata meno impegnativa di quanto mi aspettassi, praticamente nessun dolore con le graffe, solo un po' di fastidio quando hanno sollevato i punti di filo per tagliarli. Mi hanno applicato le steri strip con la raccomandazione di non toglierle e non bagnarle per tre giorni e i tre giorni finiscono oggi, quindi stasera potrò finalmente fare la doccia senza bisogno dei cerotti trasparenti!
Per la ripresa dell'attività sportiva devo attendere ancora qualche settimana: la dottoressa ha detto di aspettare almeno fino alla visita di controllo del 24. A denti stretti, mi tocca riconoscere che probabilmente ha ragione, perché sono consapevole di non aver ancora recuperato a sufficienza: la respirazione profonda mi dà fastidio e mi fa tossire e alcuni movimenti sono ancora dolorosi per via dei muscoli tagliati. Sottopormi a sforzi fisici in queste condizioni potrebbe compromettere la ripresa e provocare danni a lungo termine. Uffa, però!
Invece questa settimana ho ricominciato a lavorare, per ora solo da casa perché il carico e scarico della sedia a rotelle è uno sforzo che non posso ancora fare.
A questo proposito, proprio oggi mi è capitato di leggere una battuta sulla riduzione del diritto allo smart working, una delle innumerevoli porcherie della Legge di bilancio 2023:
Secondo l'autore, in smart working non si lavora "sul serio".
Che un lavoratore svolga in modo più o meno efficace ed efficiente le proprie mansioni non dipende certo dalla sede di lavoro: chi è fannullone e incompetente in ufficio, lo sarà anche a casa, chi lavora bene e seriamente, lo farà in ogni caso.
Smart working per me vuol dire possibilità di lavorare anche quando le limitazioni fisiche non mi permettono di muovermi: se non avessi questa possibilità, ora sarei ancora in malattia e lo sarei stata per diversi mesi negli ultimi tre anni.
Vuol dire poter dormire un po' di più al mattino, e chi mi conosce sa quanto questo contribuisca a migliorare il mio umore, la mia qualità di vita e la mia produttività.
Vuol dire lavorare quando serve, con orari flessibili: dato che lunedì dovevo andare in ospedale, ho lavorato domenica mattina (sì, proprio il giorno di Capodanno), perché a inizio mese ho alcuni adempimenti importanti da gestire. E anche se oggi ho il giorno libero, ho risposto comunque alle chiamate degli utenti al mio Servizio Clienti e lo farò anche domani, sabato e domenica, se serve.
Lo smart working è un vantaggio tanto per me quanto per il mio datore di lavoro.
PS: ancora nessuna notizia dell'esame istologico, spero di sapere qualcosa entro la prossima settimana.