In questi giorni mi sono trovata coinvolta in diverse discussioni che da punti di partenza totalmente diversi hanno finito per toccare un argomento comune, peraltro particolarmente gettonato su Internet in questo periodo: la Natura.
Sui social network e nei blog è tutto un fiorire di sollecitazioni a riavvicinarsi a Madre Natura, ad uscire dal vortice della nostra società ipercompetitiva e a recuperare l'armonia con l'ambiente, a liberarsi dagli artifici della civiltà moderna per ritrovare valori più autentici. Ragionamenti assolutamente condivisibili, in linea di principio.
È evidente che il benessere della specie umana dipende dall'ecosistema della Terra e che è necessario rispettarlo per assicurarci la sopravvivenza a lungo termine. Allo stesso modo, è senz'altro auspicabile l'adozione di stili di vita più sobri, sia dal punto di vista materiale, con minore consumo di risorse, sia dal punto di vista morale, coltivando la cultura della solidarietà.
Ma non esageriamo.
Perché la Natura non è esattamente la madre amorevole celebrata in Rete da schiere di sostenitori del naturale ad ogni costo, secondo i quali basta lasciar fare alla Natura e tutto andrà bene, perché tutto quello che è naturale è buono mentre tutto ciò che è frutto della tecnologia è dannoso.
Senza entrare nel merito delle numerose teorie più o meno strampalate in cui mi è capitato di imbattermi, ne cito ad esempio soltanto una, che avevo già letto qualche anno fa ma in questi giorni sembra tornata in auge, secondo cui il nostro corpo è perfettamente in grado di guarire da solo da qualunque malattia, incluso il cancro, purché la forza risanatrice della Natura non venga intralciata da farmaci o altre pratiche terapeutiche "artificiali".
È sicuramente vero che il nostro organismo ha grandi capacità di autodifesa ed autoguarigione, come pure che dagli elementi naturali si possono ricavare innumerevoli sostanze curative.
È altrettanto certo che, se avessimo lasciato fare solo a Madre Natura, io ora non sarei qui a scrivere sul blog.
Sarei morta.
Non di cancro, no. Non avrei fatto a tempo ad ammalarmi di cancro, perché non sarei nemmeno arrivata a 35 anni, l'età in cui si sono manifestati i primi sintomi della malattia.
Sarei morta molto prima, probabilmente addirittura alla nascita, che in natura non sarebbe certo avvenuta con parto cesareo, soluzione a suo tempo scelta da mia madre perché non ero nella posizione giusta e lei - che era ostetrica - sapeva bene quanto pericolose fossero le manovre necessarie per far uscire per via naturale un bambino che si trovasse in quella situazione.
Se comunque fossi sopravvissuta al parto, senza le vaccinazioni e gli antibiotici avrei avuto sì e no il 30% di probabilità di superare l'infanzia. Anche senza pensare a patologie gravi come il vaiolo o la difterite, sarebbe bastata una delle numerose tonsilliti che ho avuto prima dei dieci anni ad uccidermi.
E se anche fossi riuscita a resistere alle infezioni, di sicuro la frattura multipla e scomposta alla gamba subita quando avevo cinque anni mi avrebbe lasciato per sempre incapace di camminare normalmente.
Per quanto riguarda la possibilità di guarire spontaneamente dal cancro, io ci ho provato - giuro - ma non ha funzionato. La prima volta ho tentato molto a lungo, involontariamente, dato che la diagnosi è arrivata con molto ritardo dopo l'insorgenza dei primi sintomi. In quei mesi, il mio corpo e la Natura hanno avuto tutto il tempo di attivare i loro poteri di guarigione, ma decisamente non hanno funzionato e probabilmente non sarei sopravvissuta per più di qualche settimana senza l'operazione chirurgica che ha rimosso quell'enorme massa dal mio addome.
Anche dopo il primo intervento ho provato a lasciar fare alla Natura, in questo caso in modo consapevole e d'accordo con gli oncologi che hanno proposto il no-treatment, l'astensione da ogni terapia nella speranza che il mio organismo riuscisse ad eliminare da solo eventuali cellule tumorali residue. La Natura ha fatto il suo corso... e mi è tornato il cancro.
Ai sostenitori ad oltranza delle terapie naturali gioverebbe ricordare che nelle popolazioni che non hanno accesso a farmaci di sintesi, chirurgia ed altre pratiche mediche artificiali, l'aspettativa di vita è inferiore a 45 anni. Per avere un termine di paragone, da noi, in Italia, l'aspettativa di vita è di circa 82 anni. Questo non significa che la medicina sia infallibile e ci sono anche altri fattori che contribuiscono a determinare l'aspettativa di vita (alimentazione, condizioni ambientali, guerre, ecc.), ma sicuramente l'accesso alle cure mediche offre molte possibilità di sopravvivenza in più.
Agli ammiratori del mito del buon selvaggio, quelli convinti che il progresso abbia corrotto la nostra etica rendendoci sempre più egoisti e meno inclini alla solidarietà ed amplificando le differenze sociali, vorrei invece segnalare che in Natura esistono moltissime specie totalmente individualiste, mentre quelle organizzate in gruppi sociali seguono regole gerarchiche estremamente rigide, in cui gli individui al vertice godono di notevoli privilegi rispetto a quelli di livello inferiore. Per garantire la sopravvivenza del branco, inoltre, gli individui deboli, anziani o malati vengono lasciati indietro a morire.
È davvero è il caso di lasciar fare a Madre Natura?
Guarda Mia, condivido parola per parola. Non sopporto gli "estremisti", nè chi esagera con le medicine nè chi non ne vuole fare assolutamente uso: da questi ultimi, però, non accetto neppure le lamentele su quanto stiano male....e Tu che, giustamente non ne abusi, me ne hai dato conferma qualche giorno fa, per messaggio....talvolta non si può farne a meno.
RispondiEliminaUna volta ricordo una persona che se ne ebbe a male quando, difronte alla solita "gnaula" io le consigliai l'uso di un farmaco..."non prendo farmaci"...."e allora vuol dire che non stai abbastanza male, quiondi non lamentarti"....
Brava Mia, un post che tanti dovrebbero leggere, davvero. rita
Grazie Rita!
EliminaLe tue considerazioni mi hanno dato qualche spunto anche per un post futuro.
beh, che l'uomo sia l'unico essere non in armonia con la natura lo si dice da sempre.non ha le doti per restare naturale. è l'unico che deve coprirsi e usare utensili quasi per tutto. fa cose impensabili solo grazie a ciò che si inventa e costruisce a suo uso. non ha pelo ma va sui ghiacciai, non ha branchie ma fa il sub, non ha forza ma solleva massi, non artigli o veleni ma uccide. fa cose buone e cose nocive. come la natura. ma anch'io ho l'impressione che l'uomo debba sopravvivere alla natura più che far parte di essa.
RispondiEliminaEntrambe le cose, Silvia: dobbiamo sopravvivere senza distruggere.
EliminaIo non amo i farmaci. Cerco di farne a meno, orientandomi verso medicine più dolci, ma nei limiti del possibie. Di fronte ad un'infezione per esempio mi parrebbe stupido non ricorrere agli antibiotici. Nulla è del tutto nero o del tutto bianco. Il pro e il contro sussistono in ogni cosa. E Madre Natura non fa eccezione.
RispondiEliminaLuisa
Madre Natura è il grigio per eccellenza, la completa neutralità, né buona né cattiva.
EliminaMadre Natura ci perdonerà se cerchiamo aiuti al di fuori di essa.
RispondiEliminaBella riflessione Silvia. Mi piace.
4p
Non solo Mia ha ragione, ma oltretutto se ci pensate bene è proprio dalla natura che noi cerchiamo aiuto contro le sue, diciamo, intemperanze. L'antibiotico è naturalissimo, è muffa, gli antinfiammatori provengono da sostanze naturali, mica le creiamo dal nulla e così via. Solo che siamo diventati un tantino più bravi a manipolare gli elementi "naturali" per servircene a nostro uso e consumo.
RispondiEliminaQuindi quelli che dicono di lasciar fare alla natura dicono doppiamente una ca@@ata.
Non solo: anche alcuni chemioterapici, categoria farmacologica particolarmente avversata dai "naturalisti ad ogni costo", sono di origine naturale. È il caso della trabectedina, che è estratta da una spugna marina.
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