martedì 31 luglio 2012

Invalida nella forma e nella sostanza

Partiamo dalle buone notizie.
È arrivato il verbale della visita di revisione dell'invalidità che avevo fatto a ottobre 2011.
Quelli dell'INPS si sono miracolosamente svegliati?
Ma quando mai... Li ho dovuti svegliare io!
La parolina magica è PEC, che sta per Posta Elettronica Certificata: un sistema di posta elettronica tracciabile con valore legale pari a quello di una raccomandata AR, anzi addirittura superiore perché è possibile dimostrare anche il contenuto della comunicazione.
Gli Enti pubblici hanno l'obbligo di rispondere alle PEC, così l'ho utilizzata per inviare un sollecito alla sede INPS che (non) si stava occupando della mia pratica, sottolineando che trovavo inaccettabile dover aspettare oltre nove mesi per il semplice invio di un documento.
Mi hanno risposto subito, assicurandomi che avrei ricevuto il mio verbale a stretto giro di posta ed effettivamente stamattina è arrivato.
È ufficiale: ho un'invalidità del 75%.

In questo momento però, e queste sono le cattive notizie, la mia invalidità reale è del 100%.
Ieri mattina il programma prevedeva le pulizie di casa. Avevo pensato di iniziare spolverando al piano terra, un'attività poco rumorosa che potevo portare avanti mentre Renato dormiva ancora, seguendo contemporaneamente qualche gara olimpica alla TV con la coda dell'occhio.
Mi sono seduta sul divano a fare colazione con un bicchiere di latte e un paio di biscotti mentre sceglievo il canale da sintonizzare sul televisore, poi mi sono alz... alz... alz........... sono crollata sul divano con un dolore lancinante alla schiena.
Cos'è successo? Non lo so.
Non stavo facendo nessun lavoro pesante (a meno che non contino le intenzioni), non mi sono chinata a raccogliere qualcosa, non stavo sollevando pesi... Be' ripensandoci, in effetti io sono un peso considerevole da sollevare!
Ho passato la giornata di ieri distesa sul divano, rigida come uno stoccafisso. Di stare seduta oppure in piedi non se ne parlava, ogni movimento era una pugnalata che partiva dalla zona lombare per diffondersi a tutta la chiappa destra e giù verso la coscia. E tanti saluti alla commedia in cui avrei dovuto recitare ieri sera.
Oggi sto un po' meglio, il riposo forzato e l'antinfiammatorio stanno facendo il loro lavoro e riesco a stare quasi-seduta, con una serie di cuscini disposti con cura in modo da sostenere ogni punto della schiena, così posso almeno trafficare un po' con il PC.
Però questa non ci voleva, proprio adesso che finalmente ero riuscita a fare qualche chilometro sulla cyclette per la prima volta da quasi cinque anni ed ero tutta contenta...
Quando ho scritto che avevo in programma di guardare le Olimpiadi in TV, non intendevo dire che non volevo fare altro per due settimane!

sabato 28 luglio 2012

Ragione io, ragione tu

Avevi ragione tu: sul fornello di destra l'acqua si scalda più velocemente che su quello di sinistra

Avevo ragione io: le mutande si piegano meglio iniziando dalla parte centrale

Avevi ragione tu: due contorni, o anche tre, per lo stesso pasto non sono troppi

Avevo ragione io: quella vecchia maglietta stinge ancora

Avevi ragione tu: collutorio si scrive con una sola "t"

Avevo ragione io: la lavastoviglie consuma meno acqua di te per lavare i piatti

Avevi ragione tu: alcuni di quei vecchi vestiti che conservavi sono tornati di moda

Avevo ragione io: noi però alla taglia 42 non ci saremmo mai potute tornare

Avevi ragione tu: nemmeno i conduttori televisivi sono più capaci di parlare italiano

Avevo ragione io: le discussioni delle cause a Forum sono recitate da attori

Avevi ragione tu: gli spaghetti aglio, olio e peperoncino sono ottimi

Avevo ragione io: non si possono mangiare spaghetti aglio e olio prima di una riunione di lavoro

Quanto abbiamo bisticciato e discusso... Però abbiamo anche riso, tanto, spesso e volentieri.
Buon compleanno, mamma.


venerdì 27 luglio 2012

Aspettando le Olimpiadi

Stasera ci sarà la cerimonia inaugurale della XXX Olimpiade e nelle prossime due settimane io passerò un sacco di tempo incollata davanti alla TV a guardare le gare.
"E allora?Direte voi. O magari qualcuno dirà: "Ma non hai proprio niente di meglio da fare?".
No. Quest'anno non possiamo andare in ferie, ma ci guardiamo le Olimpiadi, seguendo un po' di tutto, esclusi il calcio (che ormai non considero più uno sport, ma solo un gigantesco - e sporco - business), il pugilato e poche altre discipline che non mi interessano.

A me le Olimpiadi sono sempre piaciute.
Ricordo ancora il salto d'oro di Sara Simeoni a Mosca 1980, la prima volta che ho sentito nominare il pentathlon a Los Angeles 1984 con Daniele Masala, Gelindo Bordin che entrava da vincitore della maratona allo stadio di Seul nel 1988. E poi gli Abbagnale, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali e la squadra di fioretto femminile in tante edizioni. Ma anche i trionfatori degli sport invernali, da Maurilio de Zolt e Manuela Di Centa a Deborah Compagnoni ed Armin Zöggeler.
Tanti grandi atleti, tante gare appassionanti.

Sapete perché per me è così importante guardare anche le gare di Londra 2012?
Perché nel 2006, quando ho ricevuto la prima diagnosi di cancro, quel referto istologico che diceva chiaramente maligno e molto cattivo (grado 3 in una scala da 1 a 3), pensavo che forse mi restavano pochi mesi di vita, che forse non avrei visto un'altra primavera, che forse non avrei visto un'altra Olimpiade. E mi dispiaceva parecchio.
Invece le ho viste, le Olimpiadi di Pechino. E anche quelle invernali di Vancouver.
E adesso mi guardo queste. E me le godo.

mercoledì 25 luglio 2012

Tali e quali

Stamattina mi sono alzata un po' più presto di quanto avrei voluto: non riuscivo più a dormire perché Renato aveva iniziato a russare.
Sono andata in bagno e ho trovato il Ciccio che dormiva nel bidet.
La porta del mio bagno si trova a 60cm dal bordo del letto, perciò quando ho iniziato a sentire respiri rumorosi e sibilanti ho pensato che Renato avesse alzato il volume.
Macché.
Era il Ciccio che russava.
Si dice che spesso gli animali domestici finiscono per assomigliare agli umani con cui vivono.
Ecco, appunto.

sabato 21 luglio 2012

Preoccugatto

La settimana scorsa mi sono dedicata all'ennesima e forse ultima (ma forse!) sessione di smaltimento di vecchi abiti della mamma. Per la verità, di quattro scatoloni riempiti ci saranno stati forse quattro o cinque capi che davvero appartenevano a lei, tutto il resto erano cose recuperate in giro "perché potrebbero servire". Molti in origine erano miei, roba di quando avevo più o meno 18 anni: le avevo detto innumerevoli volte di darli via, ma lei sosteneva che sarebbero potuti tornare di moda. Verissimo, anche perché ho sempre avuto gusti abbastanza sobri e classici, per cui effettivamente c'erano cose che anche oggi farebbero la loro bella figura. Peccato che non riuscirei ad infilarmici dentro nemmeno usando la massima compressione di WinZip. Per chi non conosce WinZip, potrei dire che non basterebbero tre passaggi sotto una pressa per smagrirmi abbastanza da poter indossare di nuovo una taglia 44, perché da allora si sono accumulati 25 anni... ma anche 25 chili!

Lo so, sono prolissa, ma abbiate pazienza, mi diverto a scrivere.
Tutto questo preambolo era semplicemente per dire che per qualche giorno il letto della cameretta è stato coperto di scatole e vestiti.
E il Ciccio è andato in panico.
Probabilmente ha pensato che fosse il preludio di una nostra partenza per le vacanze, perché da allora non ci toglie gli occhi di dosso, ci sorveglia, controlla continuamente dove siamo, ci chiama. Ci si è praticamente francobollato addosso.
Non c'è modo di fargli capire che quest'anno non andiamo da nessuna parte: è decisamente preoccugatto.

venerdì 20 luglio 2012

Stavolta ho capito

Tanto tempo fa, all'inizio del 2011, Mamigà mi aveva assegnato un blog-premio. E io l'avevo ringraziata, ma avevo anche confessato candidamente di non aver capito assolutamente nulla di come funzionava la faccenda.
Dato che nel mio lavoro predico sempre che a tutti capita di sbagliare, ma quello che rende superiori è la capacità di imparare dai propri errori, nel frattempo ho cercato di capire qualcosa in più di questi premi virtuali, quindi adesso sono pronta.
Questa volta il premio è arrivato da Alecomeale ed è questo:


Per cominciare... GRAZIE ALE!

Secondo regole del premio bisogna:
- Segnalare sul proprio sito 5 blog con meno di 200 lettori evidenziando i link
- Lasciare un commento su questi blog per avvisarli del premio
- Ringraziare chi vi ha assegnato il premio
- Condividere con i lettori 5 cose di sé che le persone non conoscono.

Dato che non ho idea di come fare per sapere quanti lettori ha un blog (il numero di visite non vale, perché lo stesso lettore lo visita più volte), ho deciso di ignorare allegramente questa parte di regola e procedere con le nominations.

1. Widepeak
Non c'è storia. Da quando ho letto il suo blog per la prima volta, il link regna incontrastato in cima alla mia lista di preferiti. In ciò che scrive c'è una tale delicatezza, profondità e sensibilità, che ogni suo post è un regalo prezioso.

2. Mamigà
Non è solo per via di quel premio incompreso di un anno e mezzo fa: l'indirizzo del suo blog era  immediatamente sotto a quello di Wide nell'elenco dei preferiti già da prima. Sarà che abitiamo abbastanza vicine e ogni tanto possiamo guardarci in faccia, ma sarà soprattutto che i nostri cuori  si sono scoperti vicini, e da quel primo messaggio che ci ha fatte conoscere si sono sfiorati spesso e volentieri; e ogni volta ne è nato un sorriso.

3. Il Codice di Hodgkin
La scrittura di Romina è talmente piacevole e divertente che semplicemente non si può fare a meno di leggerla, è deliziosa. Attendo con ansia l'occasione per conoscerla finalmente di persona.

4. Zia Cris
Un premio ai suoi post che sono istantanee di vita, ricche di colore e di emozioni.
Ma anche un premio a lei, che ha costantemente le antenne dritte per captare i segnali di SOS e quando serve, arriva subito, sempre.

5. Gabriele
Sembra che il cervello di questo ragazzone di 16 anni si diverta a fare marameo al tumore che sta cercando di invaderlo: le sue riflessioni hanno una lucidità e una profondità straordinarie e aiutano a tenere sempre presente quali sono le cose davvero importanti nella vita.


L'ultima regola del premio è la più difficile da rispettare, ma solo perché in questo blog ho già scritto tanto di me e devo sforzarmi per trovare 5 cose che i lettori non conoscano già. Proviamo.

1. Non dedico praticamente nessuna attenzione al mio aspetto. Non me ne frega niente di come sono vestita o pettinata, né di avere i capelli bianchi o le rughe; una crema per il viso mi dura mesi, mi trucco così raramente che ho ancora il primo set di ombretti che ho comprato quando avevo 14 anni. C'è di buono che ho lo stesso disinteresse per l'esteriorità altrui, quindi se ci incontriamo non preoccupatevi di apparire belli ed eleganti: probabilmente non me ne accorgerò comunque.

2. Da quando sono in menopausa riesco a sopravvivere anche con meno di 7 ore di sonno per notte, cosa che chi mi conosce da anni troverà sicuramente incredibile.

3. Odio profondamente gli insulti alla lingua italiana così diffusi in rete e negli SMS: le k utilizzate al posto di ch, la x al posto di per, il risparmio di lettere di nn, snz, cmq, dv... Se dovesse capitarvi di scrivermi, sappiate che mi rifiuto di leggere questo linguaggio barbaro.

4. Di recente ho rispolverato un sogno che la malattia mi aveva fatto relegare in fondo al cassetto: una casa singola, progettata da me (o almeno su mie precise specifiche), ampia, luminosissima e a ridottissimo impatto ambientale. Ah, naturalmente con un grande giardino in cui poter tenere diversi gatti e almeno un paio di grossi cani. E una bella piscina. Appena vinco al SuperEnalotto...

5. Ho sempre desiderato scrivere un libro, fin da quando ero alle elementari. Prima o poi lo farò. Forse.

sabato 14 luglio 2012

Abbraccio

Ieri sera ho partecipato, insieme alle altre allieve del corso di lettura interpretativa, ad una lettura di poesie associata ad un'esposizione di patchwork artistici, nel cortile della struttura in cui avevamo seguito il corso.
Alcune poesie sono state lette dagli autori, mentre quelle dei poeti che non erano presenti, oppure non desideravano leggere, sono state affidate a noi.
Inizialmente avrei dovuto leggere una sola poesia, ma circa mezz'ora prima dell'inizio della serata l'insegnante me ne ha assegnata un'altra, la cui autrice aveva dato forfait all'ultimo momento.
L'ho letta subito: non c'era molto tempo e avevo bisogno di familiarizzare con le parole, di trovare la giusta intonazione per ogni verso. 
La prima lettura non è stata sufficiente per cogliere tutto il senso della poesia, ma l'attenzione si è focalizzata su alcune parole: scarpe, passi, amore, vivere, ferite, spine, neve, abbracci, tempo, sguardo, occhi, sorriso.
Quasi senza che me ne accorgessi, queste parole hanno iniziato a disegnare nella mia mente, a tratteggiare un ritratto, che non aveva più nulla a che vedere con quella poesia, ma era l'elaborazione di ricordi e sensazioni personali, legate ad una persona in particolare.

Alla fine della manifestazione, l'organizzatrice mi ha detto di essere rimasta particolarmente colpita dalla mia lettura di quella poesia: "Era come se tu stessi abbracciando qualcuno, anzi, era di più... Era come se stessi avvolgendo qualcuno di calore e di amore."
È vero.
Stavo abbracciando il ritratto che quelle parole avevano creato, stavo abbracciando lei.

domenica 8 luglio 2012

Gattorisorto

Il caldo non mi ispira certo a spignattare e in questi giorni sulla nostra tavola ci sono spesso mega-insalate e piatti freddi. Per variare il menu senza dovermi avvicinare ai fornelli, oggi ho comperato un polletto allo spiedo al reparto rosticceria del supermercato.

Come di consueto, ho messo da parte il petto, che domani andrà a finire in una bella insalata con lattuga, carote, sedano, mais e yogurt bianco, mentre le altre parti ce le siamo rosicchiate a pranzo, naturalmente prendendole con le mani, sia perché mangiare un'ala di pollo con coltello e forchetta è oggettivamente difficile, sia perché, come diceva il nonno Guido, il pollo mangiato con le mani è molto più buono.
Alla fine del pasto ho gettato gli ossi e tagliato la pelle a pezzettini per il Ciccio, che adora il pollo allo spiedo, poi sono andata in garage per mettere in freezer la metà di un filoncino di pane integrale pieno di semini di sesamo e girasole che avevo comperato stamattina.
Solo che sopra al freezer c'era il gattomorto, che per qualche insondabile motivo felino cerca sollievo alla calura nel garage, che è una delle stanze più calde della casa.
Che fare?
Disturbare il Ciccio, esponendosi al suo sempiterno biasimo?
("Essere umano crudele e senza cuore, perché mi hai fatto spostare dal mio posto dove stavo così comodo?")
Oppure rinviare il congelamento del pane, con il concreto rischio di dimenticarmene e ritrovarmi domani con mezzo filone di pane raffermo?
Nel dubbio, mi sono fermata a fare due coccole al felino. Ma appena ho avvicinato la mano al suo muso...
- (sniff... sniff...) Cos'è questo odore? (sniff...) Sembra pollo... (sniff...) È pollo?!? (sniff con lappatina di verifica sulle mie dita) È POLLO!!!Dov'è? Dov'è il pollo? Dammi il pollo! Ce l'hai in tasca? (sniff...) No! Spostati, fammi scendere che guardo se ce l'hai sui piedi. (sniff...) No, qui non c'è. (sniff...) Dov'è? (sniff...)
- È in cucina, Ciccio, dove vuoi che sia? Aspetta un secondo che metto il pane nel freezer e andiamo in cucina.
- No, no, no! Io non aspetto niente! Dov'è il pollo?!? (sniff...) Andiamo dal pollo, subito!
- Ciccio, spostati, se mi stai davanti ai piedi non riesco a passare per aprirti la porta...
- Pollo?!? Dove sei, pollo? Pollo?
- Ciccio, guarda che se continui a passarmi in mezzo alle gambe finisce che ti cado addosso e allora il pollo lo mangerai nel paradiso dei gatti... forse.
- Brrgneu! Dammi subito il pollo!
- Ciccio, se sposti il muso ti metto il piatto con il pollo
- Gnam gnam gnam gnam... (facendo le fusa) Aaahhh (leccata di baffi).... pollo!

Miracolo: gattorisorto!

giovedì 5 luglio 2012

Gattomorto e ananas in testa

Tranquilli, non sono impazzita (almeno credo...) e il Ciccio è vivo e vegeto. 
O meglio: il Ciccio è vivo. E vegeta.
D'altra parte con queste temperature torride non ti puoi aspettare che uno che è costretto a portare la pelliccia sia particolarmente attivo... Fare il gattomorto è semplicemente una delle sue strategie per affrontare il caldo: in pratica, si spalma sul pavimento, cedendo completamente alla forza di gravità, totalmente inerte, senza muovere nemmeno la punta di un orecchio. Come se fosse...  gattomorto.

E io?
Il virus della scorsa settimana ha smesso di tormentarmi nel giro di un paio di giorni, così sono riuscita a non perdere nessuno dei piacevoli appuntamenti del weekend.
Il caldo però si fa sentire anche per me, in questi giorni così appiccicosi che le vampate della menopausa quasi si confondono con quelle legate a Caronte e Lucifero. (ma se dovesse - Dio non voglia - arrivare un'ulteriore ondata di caldo, come la chiamerebbero? Belzebù?)

In casa non abbiamo il condizionatore, ormai sono dieci anni che resisto alla tentazione di installarlo perché non mi piace l'aria condizionata (e non piace nemmeno alle mie cervicali) e non mi piace l'idea di consumare quantità industriali di energia elettrica per liberarmi da un disagio che di solito dura pochi giorni all'anno e che tutto sommato sono riuscita a sopportare fino ad ora. Non escludo di cambiare idea in futuro, forse l'avrei già fatto se avessi spazio sul tetto per i pannelli fotovoltaici, ma per ora resisto.
Questo non significa che non cerchi di adottare qualche strategia anti-caldo: balconi chiusi per tutte le finestre esposte a sud, abiti leggeri, il ventilatore nei momenti più torridi. E, naturalmente, i capelli rigorosamente raccolti.
È vero che non ho la pelliccia come il Ciccio, ma i miei capelli sono vicini ai massimi storici di lunghezza e lasciarli sciolti sulle spalle in questi giorni è semplicemente impensabile.
Durante il giorno posso utilizzare vari tipi di fermagli, ma di notte sarebbero scomodi, meglio un elastico per raccoglierli in cima alla testa, in modo che non diano fastidio anche quando la appoggio sul cuscino. 
Secondo Renato (che mi prende giusto un pochino in giro...) sembra che io abbia un'ananas sulla cocuzza.
Be', almeno sto un po' più fresca. E non sono certo la prima, anzi, i precedenti sono decisamente illustri!