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domenica 28 ottobre 2012

Giorni da suocere ed esperimenti culinari

Ieri è stato giorno da suocere.
Per chi non lo sapesse, io ho ben due suocere, pur non essendo mai stata sposata: la mamma di Renato e la mamma del mio ex, con cui ho sempre conservato ottimi rapporti (sia con l'ex che con la suocera).
Entrambe le mie suocere sono carissime persone sempre piene di attenzioni e gesti affettuosi verso di me, e io cerco di ricambiare. Ieri ho dedicato a loro buona parte del pomeriggio: prima sono andata a trovare la ex suocera (la signora M.), che venerdì aveva compiuto gli anni, poi la suocera attuale (la signora R.), che è ricoverata in ospedale per la riabilitazione dopo un intervento di protesi al ginocchio.

Venerdì avevo telefonato alla ex suocera per farle gli auguri, anticipandole che sarei passata sabato o domenica per portarli di persona. Per il compleanno, avevo scelto il regalo con cura: le ho preso una cornice d'argento, con l'ordine preciso di riempirla con un'immagine dei due nipoti, perché ricordavo che in casa non ne aveva. È stata contentissima. Abbiamo preso il tè insieme e al momento di salutarci è arrivata la frase consueta: "Ti ho preparato un po' di verdura, la vuoi?"
Dovete sapere che la signora M. non ha semplicemente il pollice verde, ha tutte le dieci dita delle mani verdi, e forse anche quelle dei piedi: è in grado di far prosperare qualunque forma di vita vegetale. La sua casa ed il giardino sono un'esplosione di colori, credo che saprebbe a far fiorire anche un ramo secco. Il suo orto non è da meno: produce forniture sufficienti per un esercito e ogni volta che vado a trovarla mi regala una cospicua scorta di verdure e spesso anche un mazzo di fiori raccolti dalle sue aiole.
Ieri non ha fatto eccezione. "Ti ho preso un po' di spinaci e qualche zucchina.", mi ha detto presentandomi una sporta piena, accompagnata da tre profumatissime rose color lilla e alcuni tralci di gelsomini.
Ho sollevato la borsa: pesava mezzo quintale. "Solo spinaci e zucchine?", ho chiesto tra il sospettoso e il divertito, dato che la conosco da troppi anni per lasciarmi ingannare. "Eh, sono gli spinaci che pesano..." ha risposto vaga.
Ovviamente, nella borsa c'erano:
- spinaci
- zucchine con il fiore
- insalata
- radicchio
- finocchi
- prezzemolo
- rucola
- ravanelli
- broccoletti
- uova fresche delle sue galline

Dopo il rifornimento vegetale sono andata in ospedale con una buona scorta di creme idratanti per la cicatrice della signora R., a cui hanno appena tolto i punti, e mi sono intrattenuta per quasi un'ora con lei e le sue compagne di stanza, chiacchierando del più e del meno.

Stamattina ho approfittato del cambio dell'ora per dedicare un po' di tempo alla cucina.
I fiori di zucchine della signora M. chiedevano a gran voce la pasta fresca... e anch'io. Adoro la pasta fresca senza uova, quella fatta solo con acqua e farina che al supermercato si trova nel banco frigo e costa una cifra, considerando che i due ingredienti di cui è composta sono decisamente economici. Dato che di recente non ne avevo trovata in offerta, in casa non ne avevo e infilarsi al centro commerciale nel weekend è poco meno di un suicidio.

Era finalmente l'occasione buona per mettere alla prova alcuni accessori speciali di quel meraviglioso oggetto che è il Kenwood, il mio fedele, adorabile, insostituibile aiuto-chef. Un oggetto così meraviglioso da farmi sentire come la Barbie: io amo il mio Ken!
(ok, lo so, la somiglianza finisce qui, non c'è bisogno di infierire...)

Per prima cosa, mi sono infilata nel ripostiglio per tirare fuori il torchio per la pasta e le trafile in bronzo, poi ho studiato le ricette per trovare il giusto dosaggio di acqua e farina.
Quella del ricettario in dotazione con l'apparecchio era improponibile: farina doppio zero, acqua e un sacco di olio. Ma quando mai? È evidente che sono stranieri e di pasta ne sanno poco: l'olio non c'entra niente e almeno metà della farina, se non tutta, deve essere di grano duro.
C'erano anche un sacco di raccomandazioni sull'impasto, che non doveva essere liscio ed uniforme come quello per la pasta all'uovo che si fa a mano, ma granuloso, per non intasare il torchio.
Ho chiesto lumi a San Google, scoprendo alcune cose utili e altre terrificanti: molti dicevano che la ricetta Kenwood non andava bene, addirittura una signora raccontava che, con quelle dosi, la pasta era venuta troppo umida e aveva provocato la rottura del torchio. Panico! Non solo il Ken è una presenza irrinunciabile sul piano di lavoro della mia cucina, ma costa pure un botto e la sola idea di romperlo... Non posso nemmeno pensarci!

Alla fine ho trovato una ricetta che mi pareva sensata, con metà farina di grano tenero e metà semola di grano duro e circa 1/3 di acqua rispetto al peso della farina.
Versate le farine nella ciotola ho avviato l'impastatrice, aggiungendo l'acqua un poco per volta, con una certa apprensione: e se ne avessi messa troppa? O troppo poca? Come doveva essere esattamente un "impasto granuloso"?
Preoccupazione inutile: in realtà mi sono accorta facilmente di quando l'impasto ha raggiunto la giusta consistenza, ho montato il torchio e la trafila per i tortiglioni e ho iniziato a riempirlo piano piano, controllando che la spirale non si intasasse.
Che soddisfazione veder uscire i primi tortiglioni!

All'inizio li ho tagliati in modo un po' irregolare, alcuni più corti e altri più lunghi, poi ho preso il ritmo e sono diventati più uniformi.
In breve ho riempito un intero canovaccio.

Pochi minuti di cottura e finalmente ho servito la mia prima pasta fresca artigianale, con un buon sughetto di zucchine, fiori e curcuma.

C'è qualche aggiustamento da fare, la prossima volta proverò ad usare soltanto semola di grano duro e  a ridurre un po' il tempo di cottura, ma l'esperimento mi pare riuscito molto bene e si è rivelato anche  economico, sia in termini di costo che di tempo: credo di averci impiegato molto di più a cercare la ricetta e la frusta per impastare acqua e farina (non mi ricordavo dove l'avevo messa...) che per la preparazione vera e propria.

venerdì 26 ottobre 2012

Vizi pericolosi

Il medico di base, tra le altre cose, ha spesso il compito sgradito di sollecitare i pazienti ad astenersi dai comportamenti pericolosi per la salute. La mia dottoressa non fa eccezione e ogni tanto, nel corso dei nostri colloqui, mi ricorda, ad esempio, che dovrei dimagrire. Ha ragione.

Sicuramente mangio troppo, anche se non mangio male, nel senso che la mia alimentazione comprende buone quantità di frutta e verdura, cereali (spesso integrali) e legumi, poca carne, pochi condimenti, pochi dolci, pochissimo pane e i "cibi spazzatura" solo come eccezioni occasionali. Niente "calorie vuote" da alcolici o bibite zuccherate e negli ultimi anni ho ridotto in modo drastico il consumo di formaggi, anche se il mio colesterolo non sembra essersene accorto. Il pesce non è molto presente nella mia dieta, principalmente per una questione economica: ho difficoltà a prepararlo in casa perché l'odore mi dà terribilmente fastidio, ma non posso certo permettermi di andare a mangiarlo al ristorante ogni settimana, quindi di solito devo accontentarmi di quello surgelato. Insomma, quello che mangio va abbastanza bene, dovrei solo diminuire le dosi.

A parte l'eccesso di calorie, dal punto di vista della salute non ho altri vizi (sicuramente ne ho di altro tipo, ma ne parliamo un'altra volta...).
Non ho mai fumato volontariamente nemmeno una sigaretta (anche se qualche volta mi sono trovata vicino a qualche fumatore poco educato e non ho potuto smettere di respirare), non ho mai consapevolmente assunto stupefacenti (nel post-operatorio mi hanno dato morfina per qualche ora, ma spero di essere giustificata). Non faccio uso di alcolici di nessun tipo,non mi piace il caffè, non bevo bibite gassate né dolcificate.

In effetti, il sovrappeso è stato l'unico aspetto rispetto al quale sono stata rimproverata dalla dottoressa... almeno fino a ieri, quando ha individuato un altro vizio da combattere.
Si parlava dei bruciori da reflusso gastroesofageo, quel fastidioso disturbo iniziato ormai sette anni fa, a causa della massa tumorale che premeva sullo stomaco: in sostanza, una parte dei succhi gastrici, che sono molto acidi, risalgono l'esofago, provocando bruciori ed irritazioni.
Anche dopo l'intervento di rimozione del tumore ho continuato a soffrire di reflusso, sia pure in forma meno grave ed in modo discontinuo, con periodi di riacutizzazione, soprattutto in primavera e autunno e quando facevo chemioterapia, alternati a remissioni anche prolungate.
Non c'è una vera e propria cura per questo disturbo: si tiene sotto controllo con farmaci detti "inibitori della pompa protonica", che sembra una cosa molto spaziale, ma ha semplicemente l'effetto di ridurre chimicamente l'acidità delle secrezioni gastriche.
All'inizio dovevo prendere questi farmaci ogni giorno, quando il disturbo si è ridotto ho potuto diminuire le dosi fino ad arrivare all'assunzione "al bisogno" e mi è capitato di passare anche diverse settimane senza utilizzarli. Ultimamente il reflusso ha rialzato la cresta, al punto che ieri la dottoressa mi ha ordinato un mese di terapia farmacologica continuativa.

GRRR! Detesto dipendere dai farmaci, vorrei essere in grado di risolvere almeno i disturbi non gravi, senza bisogno di "aiuti" esterni.
In effetti, il reflusso è influenzato anche dall'alimentazione. Ci sono cibi e bevande che aumentano l'acidità e vanno evitati o almeno limitati: alimenti grassi, bevande gassate, pomodoro, caffè, cioccolata. Ok, non c'è problema: i grassi cerco di evitarli comunque, bibite e caffè non li bevo mai, cioccolata ne mangio raramente e la stagione dei pomodori ormai è finita.
Ma c'è anche il tè. 

Fondamentalmente, io bevo solo grandi quantità di acqua, quasi sempre di rubinetto, e di tè, preferibilmente verde e ancor più preferibilmente al gelsomino, sempre senza zucchero. Il tè verde contiene in buona quantità polifenoli e catechine, che gli conferiscono numerose proprietà benefiche: ha effetti antiossidanti, antitumorali, drenanti e anti invecchiamento, accelera il metabolismo e aiuta a ridurre il colesterolo e la glicemia, rinforza le difese immunitarie... Insomma, un vero toccasana, di cui taluni arrivano a raccomandare il consumo anche di 4/5 tazze al giorno.

Io non credo ai miracoli, quindi dubito che sia davvero così straordinario, lo bevo semplicemente perché mi piace. Il mese scorso avevo scoperto che il tè verde è anche ricchissimo di vitamina K, e di quella sembra che io ne abbia già anche troppa, quindi avevo ridotto un po' il consumo, parcheggiando a malincuore nell'armadio la teiera da un litro in favore di quelle più piccole, da due o tre tazze. Ieri la dottoressa mi ha detto che dovrei limitarmi al massimo a una tazza al giorno.
UNA TAZZA?!? Ma stiamo scherzando?
Una tazza è solo l'anticamera del tè, l'introduzione, l'incipit, l'assaggio... Una tazza è quella che si beve fuori, al bar o a casa di amici, quando non c'è il tempo o l'atmosfera giusta per gustarne ancora. Ma a casa propria mica ci si può fermare in anticamera, no?
Appunto.
Oggi ho messo a scaldare il solito mezzo litro d'acqua. E mi sono fatta una tazza di infuso di frutti e due di tisana depurativa, a base di erbe che fanno bene al fegato.

Un solo vizio, e mi tocca pure perderlo. Vaffanxxxx anche il reflusso.

giovedì 25 ottobre 2012

Cose vecchie, cose nuove

Oggi sono stata dalla dottoressa a portarle in visione la carrettata di referti degli ultimi due mesi: eravamo rimaste ferme alla radiografia alla schiena di metà agosto, da allora le avevo riferito per telefono tutti gli esiti, ma non ci eravamo più viste e le carte si erano accumulate.

Per iniziare, le ho mostrato le analisi del sangue:
Lei - I globuli bianchi sono scesi di nuovo, non ne vogliono proprio sapere di tornare a posto!
Io - A me lo viene a dire?!?
Lei (con tono severo) - Il colesterolo è alto...
Io (con tono falsamente contrito) - Lo so...
Ha esaminato quindi i referti della ginecologa, della radiologa e dell'oncologo (non ci facciamo mancare niente), che non richiedevano particolari commenti: tutto a posto.
Siamo passate poi al consueto colloquio di stagione, che si ripete con poche varianti dal 2008:
Lei - L'anno scorso aveva fatto il vaccino antinfluenzale?
Io - No, l'ho fatto solo due anni fa, quando mia madre stava male, per proteggere lei. L'ultima influenza vera e propria l'ho avuta, se non ricordo male, quando avevo 17 anni. Spero di aver preso da mia nonna, che ha superato i novant'anni e ha avuto l'influenza l'ultima volta quando ne aveva sedici.
Lei - Be', se decide di fare il vaccino, basta che me lo chieda, lei rientra tra gli aventi diritto gratuitamente.
Io - Ok, grazie, ma non credo che lo farò.
Niente di nuovo, tutte cose già dette e sentite più volte.

Per finire, ho iniziato ad elencare le mie piccole magagne, quelle cose che fino a sette anni fa non mi sarei mai nemmeno sognata di riferire al medico, classificandole automaticamente come sciocchezze non degne di attenzione. Ma l'incontro con il cancro porta tante novità nella vita e l'ipocondria è una di quelle.
Le ho descritto i problemi di bruciore alla bocca, stanchezza, sonnolenza e difficoltà di concentrazione che evidentemente non erano solo dovuti al panico da controlli, perché sono continuati anche dopo gli esiti positivi del mese scorso.
Lei - Probabilmente sono disagi legati al cambio di stagione: prenda quotidianamente il farmaco contro il reflusso e ci aggiunga questo integratore di magnesio.
Io (dubbiosa) - Cambio di stagione? Non ho mai avuto problemi con i cambi di stagione, sarebbe la prima volta...
Lei (implacabile) - È anche la prima volta che ha 43 anni.
K.O.
Senza nemmeno bisogno di contare fino a 10.
A volte le novità picchiano duro...

sabato 20 ottobre 2012

In ginocchio da te

Stamattina stavo pulendo il bagno, inginocchiata a strofinare il piatto doccia, e ho pensato che cinque anni fa, in questo stesso periodo, passavo una considerevole quantità di tempo inginocchiata davanti al water, in preda alla nausea.


Ecco, non è che io ami particolarmente la pulizia della doccia, però devo ammettere che è un bel cambiamento...

venerdì 19 ottobre 2012

Bollente ménage à trois

Stasera ho approfittato del fatto che Renato era fuori per dedicarmi a qualcosa che non facevo da troppo tempo.
Avevo qualche dubbio, perché oggi la schiena mi aveva dato fastidio, quindi non sapevo se ci sarei riuscita né per quanto tempo. Ma dicono che quello che conta è la qualità, non la quantità o la durata, e che sia come andare in bicicletta: una volta che hai imparato come si fa, non lo dimentichi più.

Un po' mi dispiaceva che non ci fosse Renato, so che avrebbe partecipato, se glielo avessi chiesto; però in una coppia non va bene fare sempre tutto insieme, ogni tanto è giusto prendersi il proprio spazio individuale.
Così, appena lui è uscito, mi sono organizzata per un ménage a trois davvero bollente: io, il ferro e l'asse da stiro abbiamo passato insieme due ore indimenticabili.
Non ho voluto escludere completamente Renato da questa avventura: alla fine ho lasciato qualche tovagliolo e canovaccio anche per lui.
E adesso mi concedo un momento di pura libidine...

mercoledì 17 ottobre 2012

Anniversario

Io con gli anniversari proprio non ci piglio, ormai lo sapete, no? Non c'è niente da fare, non ci sono portata, proprio non mi entrano in testa.
E sì che questa volta ci avevo pensato, mi ero ripromessa di starci attenta, senza grandi festeggiamenti, ma almeno un pensierino... Niente: passato in cavalleria pure questo.
Però poco fa mi è venuto in mente, e anche se sono in ritardo di qualche giorno (la data esatta era il 12 ottobre), sono sicura che il diretto interessato non se ne avrà a male.
Buon compleanno, blog.

lunedì 15 ottobre 2012

Ciccio for president

Scendo a prepararmi il tè. Mentre aspetto che l'acqua si scaldi, arriva il Ciccio e si piazza sul tappetino della cucina.
"Ciao Ciccio! Aspetta un attimo, metto il tè in infusione e poi ti faccio tre minuti di coccole."
Ricevo in risposta solo uno sguardo felinamente imperscrutabile.

Dopo aver messo le foglie di tè nell'acqua e impostato tre minuti sul timer, mantengo la parola con una consistente dose di carezze e grattini, che il micio accetta senza entusiasmo, con espressione condiscendente.

Quando suona il timer del tè, mi accorgo che la ciotola degli umidi è vuota.
"Allora era quello che volevi, altro che coccole... Aspetta un attimo: tolgo le foglie dal tè e ti riempio la ciotola."
Detto, fatto: recupero dal frigo la scatoletta di paté per gatti ultraraffinati (che non si pensi che il Ciccio si accontenti dei normali bocconcini...) e ne metto un paio di cucchiai nella ciotola. Il Ciccio mantiene la posa regale sul tappeto, senza muovere nemmeno un baffo. Però ora il suo sguardo è inequivocabile: "Ma sei scema?"

"Hai ragione Ciccio, sono le cinque e mezza del pomeriggio, è ora di merenda, non di cena."
Gli ho versato due dita di latte e finalmente si è dichiarato soddisfatto.
Casomai qualcuno avesse ancora dubbi su chi comanda qui...

lunedì 8 ottobre 2012

Conversazioni domestiche 2

Io (arrivando a fianco della scrivania di Renato) - Vado a fare un po' di spesa, non abbiamo più niente da mangiare.
Renato (senza spostare lo sguardo dallo schermo del computer) - Non è vero che non abbiamo più niente, c'è roba in freezer.
Io - Sì, non moriremo di fame, ma non c'è più verdura fresca, bisogna fare un po' di spesa.
Renato (continuando a guardare lo schermo del computer) - Ok.
Io - Hai visto il volantino dell'ipermercato? C'è in offerta un tapis-roulant meccanico, di quelli che si muovono solo se cammini. È abbastanza economico, costa circa un quarto di quello elettronico che avevamo visto il mese scorso. È anche poco ingombrante e pieghevole. Pensavo di comperarlo.
Renato (ancora rivolto al computer) - Ah sì, l'ho visto. È come quello della mamma, lei si è trovata bene. Prendilo.
Io (rimanendo in piedi di fianco alla sua scrivania) - ...
Renato (mi guarda con la coda dell'occhio) - Eh?!
Io (come sopra) - ...
Renato (girandosi finalmente a guardarmi) - Vuoi che ti accompagni per aiutarti a portarlo?
Io - Ma secondo te?!?
(l'oggetto era contenuto in una scatola del peso di 25,6 Kg e in aggiunta c'erano da portare quattro borse piene di alimentari e prodotti per la casa)

Struggenti

Dal Dizionario Treccani
struggènte agg. [part. pres. di struggere]. – Detto di sentimento, passione e sim., che è intenso, tormentoso e dolce nello stesso tempo.

Ecco come sono stati questi due giorni a Montecatini: intensi, tormentosi e dolci nello stesso tempo.

Intensi di contenuti, con il convegno dell'Associazione Annastaccatolisa nel quale si è parlato di carcinomi triplo negativi in termini scientifici, di blogterapia e medicina narrativa, con parole più semplici, e di Anna Lisa con il cuore.

Dolci di incontri con le altre bloggers di Oltreilcancro: Cris,  RosieGiorgia, Milva, Wolkerina. E del viaggio in auto con Elisa e la sua splendida famiglia. Ma soprattutto dell'abbraccio infinito con Alecomeale, di quel momento in cui i nostri cuori, uniti ormai da anni, per la prima volta hanno ascoltato il battito l'uno dell'altro.

Tormentosi di ricordi, perché non era possibile non sentire quel vuoto, quell'assenza. Perché nello sguardo di mamma Roberta c'è un dolore che taglia il cuore. Don Alessandro ha detto che Anna Lisa era lì con noi, presente ma invisibile. Forse è vero, ma io avrei voluto poterla abbracciare.

giovedì 4 ottobre 2012

Grazie, ma basta!

Stamattina ho concluso il giro dei controlli semestrali con la visita dall'oncologo, praticamente una formalità, dato l'esito degli esami precedenti.
Quasi tre ore di attesa per una chiacchierata di un quarto d'ora, in cui ho infilato il resoconto di tutti gli eventi relativi alla mia salute degli ultimi sei mesi: le visite e gli esami di controllo, i problemi con la schiena, l'infezione, la palla... Robe che a sentirle da fuori uno si poteva figurare che in ambulatorio ci fosse una novantenne evasa da una casa di riposo.
Ma ho riferito anche buone notizie: che sto bene, innanzitutto. E che gli effetti della radioterapia sui nervi della gamba destra si sono ulteriormente attenuati, in barba alle previsioni del chirurgo che aveva stimato circa un anno di tempo per i miglioramenti, dopodiché la situazione si sarebbe stabilizzata.
Un rifornimento di impegnative per la prossima volta e l'appuntamento esattamente tra sei mesi.
Arrivederci e grazie: sono ufficialmente in libera uscita!

Sono certa che qualcuno di voi in questi giorni ha pensato a me molto intensamente, che mi ha trasmesso vibrazioni positive eccetera, eccetera...
Ecco, io vi sono molto grata di tutti questi pensieri, sinceramente. Però adesso, per favore, rivolgeteli altrove. Non vorrei sembrare scortese, ma mi fischiano le orecchie.


No, non è un modo di dire: si chiama acufene, ne soffro in modo più o meno discontinuo da quasi un anno (ne avevo parlato qui) e da ieri pomeriggio si è riacutizzato in modo fastidiosissimo, pare di avere una pentola a pressione nell'orecchio.
Quindi, siate gentili, ora pensate ad altro.

Per esempio, pensate a lei.