Altro giro, altra corsa!
Ieri prelievo per le analisi del sangue, stamattina risonanza magnetica dell'addome inferiore e radiografia del torace, venerdì ecografia, il 12 settembre visita dall'epatologo e il 15 dall'oncologo.
Come al solito sono in piena fase ipocondriaca: mi fa male dappertutto, mi dà fastidio la palla, le formiche mordono... e io anche.
Venerdì ho fatto la seduta dal logopedista ed è rimasto sconcertato.
Pochi giorni prima aveva valutato di aver raggiunto un risultato soddisfacente con la mia voce e che la mia situazione posturale fosse ragionevolmente buona, considerando i limiti oggettivi posti dalla palla e dalle mie curve sovrabbondanti che mi costringono a continui aggiustamenti per mantenere l'equilibrio (con un esempio molto evocativo, in uno dei primi incontri mi aveva detto detto che è come se io fossi una cassettiera, con un cassetto che sporge davanti e uno che sporge dietro e devo cercare di non farli cadere).
Venerdì però la situazione era cambiata, ha osservato che avevo il tronco rigido come... come un tronco, appunto. Mi ha chiesto se avessi fatto qualcosa di particolare, se avevo dolori da qualche parte... Niente.
Poi ha avuto un'illuminazione, un'intuizione di quelle che possono venire solo ad un ex paziente oncologico e mi ha chiesto quando fossero previsti i miei prossimi controlli. E lì si è capita l'origine di tutta la tensione che avevo addosso.
Insomma, per quanto io abbia l'impressione di affrontare serenamente i controlli, da qualche parte dentro di me le cose funzionano diversamente. Ok, ne prendo atto e lo accetto.
Non so cosa aspettarmi da questo giro di esami, non ho elementi per fare ipotesi, potrebbe essere tutto a posto oppure no.
Al di là dell'ipocondria, la palla e le formiche si stanno effettivamente facendo sentire di più, ma potrebbe dipendere dal caldo torrido delle ultime settimane. E comunque non è detto che questi fastidi significhino qualcosa, in fondo quando ho avuto la recidiva quattro anni fa stavo benissimo.
In questi mesi ho cercato di trattare bene il mio fegato, ma mi pareva di averlo fatto anche prima e i risultati non erano stati buoni.
Insomma, incertezza totale.
Appurato che io e i mezzi di contrasto non andiamo per nulla d'accordo, stamattina me ne sono partita tutta baldanzosa per Aviano da sola, perché senza mezzo di contrasto non c'è pericolo di reazioni allergiche, quindi posso guidare senza problemi, giusto?
Sbagliato.
Mannaggia a me, mi ero dimenticata che per la risonanza pelvica mi fanno l'endovena di Buscopan, e dopo quella non si può guidare per un paio d'ore. Risultato: due ore a vagare per il CRO in attesa di poter riprendere la macchina per tornare a casa.
D'accordo, ho impiegato bene quel tempo facendo promozione per Oltreilcancro, con distribuzione di locandine e cartoline in vari reparti, però... sono proprio VOLPE!
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martedì 30 agosto 2011
sabato 20 agosto 2011
Pomeriggio in beauty farm
L'avevo già deciso prima di partire per le vacanze: dato che l'incontro previsto a fine luglio era saltato a causa del ricovero di Anna Lisa, al rientro da Londra sarei andata a trovarla.
L'invito al matrimonio mi era arrivato in Inghilterra, un'emozione grande e insieme il dispiacere di non poter partecipare, perché il mio aereo sarebbe atterrato a Venezia proprio all'orario previsto per la cerimonia.
Appena arrivata in aeroporto avevo subito riacceso il telefono e iniziato a tempestare di SMS e telefonate ZiaCris: come stava andando? Com'era la sposa? E potevo chiamarla?
Il giorno dopo avevo cercato in rete, sicura di trovare notizia di questo straordinario matrimonio. C'erano migliaia di pagine che ne parlavano, alcune semplicemente riportando la notizia ANSA, altre con articoli più dettagliati, foto e addirittura un video. L'ho guardato tre volte e ogni volta ho pianto di commozione, di tenerezza, di gioia nel vedere la felicità traboccare dal volto della mia Nina.
Temevo però che la giornata l'avesse stancata, che avrebbe pagato lo sforzo, quindi ho lasciato passare un paio di giorni prima di andare a trovarla.
Giovedì mattina ho preso il treno poco dopo le otto, armata di libro, videogioco e netbook, tutto il necessario per riempire diverse ore di treno. Ma ero distratta, il pensiero correva continuamente avanti, verso di lei.
Come l'avrei trovata? Forse stanca o assonnata per via della morfina? E i dolori le avrebbero dato tregua? E se la mia visita fosse stata un disturbo?
Quando sono arrivata alla reception della beauty farm, poco dopo le due del pomeriggio, sembrava che i miei timori fossero fondati, perché l'infermiera mi ha detto che stava riposando e forse non era il caso di disturbarla. Ma no, di che mi preoccupavo? Anna Lisa mi aspettava, le avevo chiesto se potevo passare, e appena ha saputo che ero arrivata ha detto di farmi entrare.
Pareva una bambola, con il pigiamino rosa e i fiocchi di tulle da sposa attaccati al letto, ancora circondato dai palloncini colorati: che tenerezza!
Certo, c'erano i lividi della caduta del giorno prima, c'erano il tubo dell'ossigeno e l'elastomero con la morfina a ricordare che stavamo a Cure Palliative, non nel salotto di casa.
Ma dietro al dolore, dietro alla malattia, c'è sempre lei, Anna Lisa, la mia Nina dagli occhi belli, con un grande sogno appena realizzato e tanti altri ancora in tasca, con la curiosità di sapere cosa succede "fuori" e tanta voglia di normalità, con la battuta sempre pronta e il cuore grande.
Abbiamo parlato del matrimonio, del bellissimo abito arrivato quasi per miracolo, del bouquet, del rinfresco e della torta realizzati grazie alla straordinaria gara di affetto di tanti amici, che le ha permesso di essere una sposa stupenda e di avere la cerimonia che aveva sempre desiderato.
Mi ha chiesto della vacanza a Londra, dei miei prossimi controlli, di Renato e del Ciccio.
L'ho avuta tutta per me per più di due ore, con una interruzione solo quando l'hanno chiamata dalla BBC per un'intervista.
C'era anche la sua Mamy, una donna minuta e grandissima, con il cuore diviso tra il dolore per le sofferenze che la malattia impone alla sua bambina e l'orgoglio per il modo straordinario in cui Anna Lisa riesce ad affrontarle.
Purtroppo non ho avuto la possibilità di incontrare Qualcuno, che era andato a casa dei genitori per qualche ora.
Ma mi sono riempita gli occhi e il cuore di lei, di Anna Lisa, della sua grinta e della sua voglia di sorridere, di amare, di vivere.
E sono tornata a casa più leggera.
L'invito al matrimonio mi era arrivato in Inghilterra, un'emozione grande e insieme il dispiacere di non poter partecipare, perché il mio aereo sarebbe atterrato a Venezia proprio all'orario previsto per la cerimonia.
Appena arrivata in aeroporto avevo subito riacceso il telefono e iniziato a tempestare di SMS e telefonate ZiaCris: come stava andando? Com'era la sposa? E potevo chiamarla?
Il giorno dopo avevo cercato in rete, sicura di trovare notizia di questo straordinario matrimonio. C'erano migliaia di pagine che ne parlavano, alcune semplicemente riportando la notizia ANSA, altre con articoli più dettagliati, foto e addirittura un video. L'ho guardato tre volte e ogni volta ho pianto di commozione, di tenerezza, di gioia nel vedere la felicità traboccare dal volto della mia Nina.
Temevo però che la giornata l'avesse stancata, che avrebbe pagato lo sforzo, quindi ho lasciato passare un paio di giorni prima di andare a trovarla.
Giovedì mattina ho preso il treno poco dopo le otto, armata di libro, videogioco e netbook, tutto il necessario per riempire diverse ore di treno. Ma ero distratta, il pensiero correva continuamente avanti, verso di lei.
Come l'avrei trovata? Forse stanca o assonnata per via della morfina? E i dolori le avrebbero dato tregua? E se la mia visita fosse stata un disturbo?
Quando sono arrivata alla reception della beauty farm, poco dopo le due del pomeriggio, sembrava che i miei timori fossero fondati, perché l'infermiera mi ha detto che stava riposando e forse non era il caso di disturbarla. Ma no, di che mi preoccupavo? Anna Lisa mi aspettava, le avevo chiesto se potevo passare, e appena ha saputo che ero arrivata ha detto di farmi entrare.
Pareva una bambola, con il pigiamino rosa e i fiocchi di tulle da sposa attaccati al letto, ancora circondato dai palloncini colorati: che tenerezza!
Certo, c'erano i lividi della caduta del giorno prima, c'erano il tubo dell'ossigeno e l'elastomero con la morfina a ricordare che stavamo a Cure Palliative, non nel salotto di casa.
Ma dietro al dolore, dietro alla malattia, c'è sempre lei, Anna Lisa, la mia Nina dagli occhi belli, con un grande sogno appena realizzato e tanti altri ancora in tasca, con la curiosità di sapere cosa succede "fuori" e tanta voglia di normalità, con la battuta sempre pronta e il cuore grande.
Abbiamo parlato del matrimonio, del bellissimo abito arrivato quasi per miracolo, del bouquet, del rinfresco e della torta realizzati grazie alla straordinaria gara di affetto di tanti amici, che le ha permesso di essere una sposa stupenda e di avere la cerimonia che aveva sempre desiderato.
Mi ha chiesto della vacanza a Londra, dei miei prossimi controlli, di Renato e del Ciccio.
L'ho avuta tutta per me per più di due ore, con una interruzione solo quando l'hanno chiamata dalla BBC per un'intervista.
C'era anche la sua Mamy, una donna minuta e grandissima, con il cuore diviso tra il dolore per le sofferenze che la malattia impone alla sua bambina e l'orgoglio per il modo straordinario in cui Anna Lisa riesce ad affrontarle.
Purtroppo non ho avuto la possibilità di incontrare Qualcuno, che era andato a casa dei genitori per qualche ora.
Ma mi sono riempita gli occhi e il cuore di lei, di Anna Lisa, della sua grinta e della sua voglia di sorridere, di amare, di vivere.
E sono tornata a casa più leggera.
mercoledì 17 agosto 2011
Toccata e fuga
Non ho potuto essere presente al matrimonio, ma domani vado a Livorno a baciare la sposa.
sabato 6 agosto 2011
London highlights - 1
La prima impressione dell'Inghilterra, guardando dal finestrino dell'aereo che scendeva verso Gatwick, è stata: alberi. Isolati o raggruppati in boschi, allineati a dividere i campi tra loro... Tanti, tantissimi alberi.
Il mio inglese è stabile: discreto bagaglio di vocaboli, accettabile familiarità con la grammatica e la solita pronuncia scadente: le parole che fluiscono leggere nella mia mente si arrotolano sulla lingua e si impigliano tra le labbra.
Cosa ci si può aspettare al primo risveglio londinese? Ovviamente pioggia!
E cosa si può trovare davanti al museo di Storia Naturale in un giorno di pioggia? Naturalmente una lunghissima e ordinatissima english queue!
Che sorpresa trovare la metropolitana della Piccadilly Line quasi vuota alle dieci del mattino... Ma la ressa del tardo pomeriggio compensa abbondantemente.
Sono un rottame. Diverse donne in stato di gravidanza avanzato e anziani con il bastone affrontano il giro dei musei con più vigore di me.
Lo shop del museo di Storia Naturale è pieno di giocattoli, peluches, souvenir e gadget. Trovare un bambino di dieci anni con gli occhi sgranati davanti ai libri allarga il cuore.
7-8 ore per ciascuno dei primi due grandi musei e alcune parti le abbiamo dovute fare di corsa: non ho abbastanza tempo: non ce la farò mai a vedere tutto quello che vorrei in soli 12 giorni.
Molti turisti italiani sono rumorosi e maleducati. Però pure gli Spagnoli si difendono bene...
Il famoso frappuccino di Starbucks a mio parere è ampiamente sopravvalutato: si può facilmente avere di meglio in qualsiasi gelateria artigianale italiana.
Consultare la cartina per orientarmi mentre cammino non è una buona idea: rischio di distrarmi dalla strada e finire lunga distesa sul marciapiede, modello pelle di leopardo (sì, è successo e no, non mi sono fatta male, solo una sbucciatura sul ginocchio destro).
La vera cucina cinese è molto diversa da quella che si trova nei ristoranti cinesi in Italia.
Sarebbe carino se chi mi si siede accanto sulle panchine si facesse la doccia almeno una volta ogni tanto.
Il mio inglese è stabile: discreto bagaglio di vocaboli, accettabile familiarità con la grammatica e la solita pronuncia scadente: le parole che fluiscono leggere nella mia mente si arrotolano sulla lingua e si impigliano tra le labbra.
Cosa ci si può aspettare al primo risveglio londinese? Ovviamente pioggia!
E cosa si può trovare davanti al museo di Storia Naturale in un giorno di pioggia? Naturalmente una lunghissima e ordinatissima english queue!
Che sorpresa trovare la metropolitana della Piccadilly Line quasi vuota alle dieci del mattino... Ma la ressa del tardo pomeriggio compensa abbondantemente.
Sono un rottame. Diverse donne in stato di gravidanza avanzato e anziani con il bastone affrontano il giro dei musei con più vigore di me.
Lo shop del museo di Storia Naturale è pieno di giocattoli, peluches, souvenir e gadget. Trovare un bambino di dieci anni con gli occhi sgranati davanti ai libri allarga il cuore.
7-8 ore per ciascuno dei primi due grandi musei e alcune parti le abbiamo dovute fare di corsa: non ho abbastanza tempo: non ce la farò mai a vedere tutto quello che vorrei in soli 12 giorni.
Molti turisti italiani sono rumorosi e maleducati. Però pure gli Spagnoli si difendono bene...
Il famoso frappuccino di Starbucks a mio parere è ampiamente sopravvalutato: si può facilmente avere di meglio in qualsiasi gelateria artigianale italiana.
Consultare la cartina per orientarmi mentre cammino non è una buona idea: rischio di distrarmi dalla strada e finire lunga distesa sul marciapiede, modello pelle di leopardo (sì, è successo e no, non mi sono fatta male, solo una sbucciatura sul ginocchio destro).
La vera cucina cinese è molto diversa da quella che si trova nei ristoranti cinesi in Italia.
Sarebbe carino se chi mi si siede accanto sulle panchine si facesse la doccia almeno una volta ogni tanto.